Pescara, islamici in via Pisa: luogo di preghiera ma non è una moschea

Pescara. Dopo settimane di polemica, il sindaco risponde agli interrogativi circa la presunta moschea di via Pisa: “Si prega ma non è un luogo di culto”.

Per gran parte dell’estate, nel periodo del Ramadan, i locali dei civici 34, 36 e 38 di via Pisa sono stati oggetti di protesta da parte dei residenti per la copiosa presenza di africani e islamici, radunati presumibilmente per pregare. Da lì l’interrogazione del consigliere di Forza Italia Vincenzo D’Incecco, alla quale il sindaco Alessandrini ha risposto oggi in consiglio comunale.

“Dopo accertamenti durati una settimana, il servizio anti abusivismo del Comune ha appurato – ha detto il primo cittadino in aula – che in quei locali non sono emerse attività o presenze tali da configurare l’uso esclusivo a luogo di culto”. “Il locale per cui è causa è adibito legittimamente a sede di un associazione culturale e la mera circostanza che nello stesso si svolga la preghiera, del venerdì o di altra ricorrenza”, sostiene Alessandrini, “non ravvisa la presenza di una moschea”.

Alessandrini, sindaco e avvocato, invoca una sentenza del Tar di Brescia, che ha recentemente stabilito come “per le norme edilizie ed urbanistiche per ravvisare la presenza di una moschea o di un qualunque altro luogo dedicato in via esclusiva al culto islamico, sono necessari due requisiti, l’uno intrinseco, dato dalla presenza di determinati arredi e paramenti sacri, l’altro estrinseco, dato dal dover accogliere tutti coloro che vogliano pacificamente accostarsi alle pratiche culturali o alle attività in essi svolte’ e ‘consentire la pratica del culto a tutti i fedeli di religione islamica, uomini e donne, di qualsiasi scuola giuridica, derivazione sunnita e sciita, o nazionalità essi siano” . Elementi che, da quanto riferito dagli uffici comunali che hanno svolto gli accertamenti, non sono stati ravvisati in via Pisa.

Alessandrini ha aggiunto, in ordine ai quesiti sulle autorizzazioni in possesso dell’associazione An-Noor, affittuaria del locale accatastato come ufficio, che l’unica infrazione riscontrata è la rimozione di alcune tramezzature e la realizzazione di un lavatoio senza rispetto del regolamento Igiene e Sanità: “A tal riguardo”, ha risposto il sindaco, “, è stata comunicata alla proprietà l’avvio del procedimento per il ripristino dell’immobile nonché per la revoca dell’agibilità edilizia, che comporterà, una volta definito il relativo procedimento, l’inibizione allo svolgimento delle attività all’interno del locale”.

L’interrogazione di D’Incecco, inoltrata nei giorni immediatamente successivi alla strage terroristica di Nizza, si legava anche ai dubbi sulla presenza di cellule legate all’Isis: “L‘Amministrazione comunale ha ricevuto dalle Forze di Polizia ampie rassicurazioni che la realtà dell’associazione culturale islamica “AN-NOOR è sottoposta ad una costante ed attenta attività di monitoraggio e vigilanza”, ha concluso Alessandrini.

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