Pescara. Rinviati a giudizio. E’ quanto ha deciso il gup del tribunale di Pescara, Guido Campli, nell’ambito della vicenda su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara. Il provvedimento riguarda l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, il suo ex braccio destro, Guido Dezio, gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto, e altre 19 imputati.
D’Alfonso è stato, comunque, prosciolto da tre reati di concussione e uno di corruzione. Stessa provvedimento per Dezio, prosciolto da un reato di corruzione. Sono stati, invece, completamente prosciolti Luciano Di Biase, ex dirigente comunale, Fabio Zuccarini, ex tesoriere della Margherita, e Valterino Di Persio, imprenditore.
Tra le persone rinviate a giudizio l’imprenditore Massimo De Cesaris, Marco Molisani, Vincenzo Cirone, Antonio Dandolo, Pierpaolo Pescara, Fabrizio Paolini, Giampiero Leombroni. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di concussione, corruzione, tentata concussione, peculato, falso ideologico, truffa, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, abuso d’ufficio, favoreggiamento e turbata liberta’ degli incanti. Tra i reati contestati all’ex sindaco, anche l’associazione per delinquere.
Il processo davanti al tribunale collegiale di Pescara prenderà il via 14 aprile. “E’ significativo che sono state tolte le concussioni” ha commentato l’avvocato Giuliano Milia, difensore di D’Alfonso “in quanto sono i reati più fastidiosi. E’ un passo avanti notevole”.