Pescara. Un maxi sequestro è stato portato a termine nelle prime ore di questa mattina dall’ “intreccio operativo” di Polizia e Guardia di Finanza nei confronti del clan Bevilacqua, noto gruppo criminale pescarese di origini rom. Nel complesso sono stati sottoposti a sequestro preventivo beni per 4 milioni di euro: automobili, ville, terreni e conti correnti appartenenti a persone che mai hanno dichiarato un euro al fisco.
Un clan di 62 persone specializzate nell’infrangere “tutto il codice penale”, come ha affermato in conferenza stampa il Questore Paolo Passamonti: il clan Bevilacqua opera in ricettazione, traffico di stupefacenti, furto, estorsione, usura e quant’altro ha contribuito ad accumulare un capitale di 4 milioni, sequestrato stamane dai 100 agenti del reparto Anticrimine della Polizia e del reparto di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, comandato dal Colonnello Mauro Odorisio. Un’indagine ‘interforze’ durata undici mesi basata sull’illecito arricchimento di soggetti da sempre dichiaratisi nullatenenti, ma che invece possedevano a proprio nome, o affidati a terze persone, 7 case, 2 ville e un terreno molto probabilmente destinato ad una prossima edificazione, sparsi fra Via Tavo, Via Sacco, Via Aterno e Via Vespucci. E ancora Bmw, Audi, Mercedes, Mini Cooper, Smart, Golf e un conto corrente da 20mila euro: tutto sottoposto a sequestro preventivo dal Presidente del Tribunale di Pescara, il Dott. De Santis, nei confronti di 13 persone. “Un provvedimento dettato dall’urgenza del caso”, ha spiegato il Colonnello Odorisio, “onde evitare che la fitta rete del clan procedesse alla dispersione dei beni”.
‘Festina lenti’, il nome dell’operazione, dal latino ‘affrettati lentamente’, quasi a richiamare l’attività frenetica dei criminali, al contempo ufficialmente inoccupati. Un indagine che ricalca le orme di quelle passate, che hanno portato negli anni al sequestro complessivo di capitali per 10 milioni, ma mai era stato effettuato un sequestro di tale entità in un solo colpo. “Intricato e complesso è stato il lavoro congiunto con la Polizia”, continua Odorisio, “un altissimo numero di nomi intrecciati anagraficamente tra loro, con numerosi beni passati soventemente tra parenti o ceduti a terze persone, tutti però sproporzionati rispetto alla posizione reddituale dei soggetti”. “Ci sono volute 4 persone per portare i faldoni in procura”, aggiunge soddisfatto il Questore Passamonti. Per 7 persone, inoltre, è stato emanato il provvedimento di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, aggravato per 4 di queste: una serie di prescrizioni pesantissime che, se infrante, porteranno all’arresto immediato.
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Daniele Galli
Il commento di Marco Forconi di Forza Nuova.
“La notizia dei sequestri di beni a famiglie rom è sicuramente positiva, ma non soddisfa del tutto le richieste che la sezione locale forzanovista porta avanti da anni. Innanzitutto, non sempre si passa dal sequestro alla confisca e, anche qualora ciò dovesse accadere, i tempi sono talmente lunghi da consentire ai rom colpiti da tali provvedimenti nel trovare soluzioni alternative o continuare addirittura ad usufruire degli stessi immobili posti sotto sequestro.
Secondariamente, il tempo intercorso fra l’ultimo ed il penultimo provvedimento è eccessivamente largo (mesi, addirittura a prima dell’estate 2010) e ciò dimostra la difficoltà nel portare alla luce l’illecito sommerso. E, considerando il fatto che le problematiche sono da ricondurre alle continue cessioni di proprietà all’interno della stessa famiglia o famiglie vicine, è oramai palese che si debba estendere il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso anche nei confronti di soggetti di etnia rom. Infine, e non meno importante, applicare la sterilizzazione coatta sui rom che inducono minori a delinquere con recidività, recependo ua recente legge della Cassazione che punisce i genitori nel caso di non punibilità o non imputabilità dei propri figli”.