Pescara. “Fatevi portatori d’acqua”. Con questo messaggio in Comitato regionale per il Sì si presenta, nella prima conferenza stampa ufficiale, agli abruzzesi in vista dei due referendum che chiameranno tutta la nazione a scegliere le sorti della privatizzazione dell’acqua. Ben 28 fra associazioni, comitati, sigle sindacali e partitiche ed organizzazioni no-profit coordinate per riportare la gestione idrica nelle mani della cittadinanza.
La Corte costituzionale ha accettato la petizione firmata da 1milione e 400mila italiani, 25mila provenienti dall’Abruzzi, sancendo l’istituzione di due referendum. Il primo per l’abolizione del Decreto Ronchi che, seguendo l’onda trasformante i consorzi di gestione idrica in Spa e quella delle recenti liberalizzazioni, ha riformato l’affidamento dell’acqua alle società semi-pubbliche ‘in house’, decretando l’obbligo di ricorrere alla gara d’appalto, relegando alle società ‘in house’ l’evenienza residuale ed eccezionale. Il secondo, invece, punta ad abolire il cosiddetto incentivo ai privati: da quando per i privati è stato, infatti, possibile investire nella gestione idrica, è stato dedicato loro un ritorno fisso e garantito che va dal 7 al 15%, derivante direttamente dalle bollette pagate dagli utenti.
Per promuovere i due referendum si è costituito un Comitato regionale, una unione trasversale che mette insieme forum sociali, partiti di estrema sinistra, diocesi, caritas, associazioni di stampo cattoliche e sindacati. Ideali di fondo messi da parte per un unico obiettivo: spazzare via la minaccia della privatizzazione dalla gestione idrica. “L’acqua è un bene comune, come ha ricordato anche il Papa; la Chiesa difende la vita e il creato, l’acqua è un bene di tutti, non economico e noi non siamo padroni ma amministratori dei beni, per cui la Chiesa non può che essere contraria alla privatizzazione”: a parlare per l’Arcidiocesi Pescara-Penne è Don Giorno Moricone, e suona strano sentire le sue parole seguire a quelle di Domenico D’Aurora, della segreteria regionale Cgil: “Questa battaglia lega con un filo rosso la negazione di diritti umani, come l’acqua, a quelli dei lavoratori: garantiremo l’appoggio dei lavoratori alla lotta alla logica mercificatoria”. Supera le dissintonie interne, il Comitato del Si, e si impegna per promuovere il più possibile la campagna referendaria che porterà al voto un milione di abruzzesi. Non è stata ancora fissata la data del voto, seppur avanzata da parte del comitato la richiesta di unirla a quella delle prossime amministrative: “per risparmiare”, spiega Renato De Nicola di Abruzzo Social Forum. Il messaggio lanciato dalla conferenza nella sala Consiliare del Comune di Pescara è quello di istituire ovunque comitati promozionali: “E’ importante diffonderci sul territorio, affrontando anche sforzi di autofinanziamento”, dice Isidoro Malandra di OltreAbruzzi, perché “l’acqua è un diritto di tutti, oltre che un bene prezioso umano e civile di cui dobbiamo riappropriarci”, aggiunge Renato Guarino di Punto Pace Pax Christi.
Una campagna mossa, forse per la prima volta in Italia, unicamente da forze civili e che procede a livello nazionale attorno al sito internet www.referendumacqua.it e regionale con il sito www.nonlasciamolifare.org . E dalla forza sociale, “quella portante dei cittadini”, spera di ricevere il sostegno utile al raggiungimento del quorum: 50% più 1 è l’obiettivo del comitato del Sì.
Daniele Galli