Pescara. Una città più attrattiva per residenti e turisti attraverso una profonda riqualificazione urbana: è quanto hanno espresso alcuni commercianti storici di Pescara, che rilevano come negli anni l’affluenza di persone in centro si sia ridotta.
“La riqualificazione urbana ci restituirebbe una città bella da vivere e da visitare, attrattiva, e contemporaneamente rimetterebbe in circolo soldi nelle tasche della gente”, dice Vittorio Fascina, titolare di un’attività in via Battisti. “Sono migliaia i posti di lavoro che si potrebbero generare dalla rigenerazione urbana di Pescara. Subordinare questo alla realizzazione dei grandi progetti ci ha messo in paralisi. Dobbiamo muoverci subito cominciando da un restyling del centro: Corso Umberto è il nostro biglietto da visita, ebbene, è nel degrado assoluto. Per non parlare di Corso Vittorio e via Nicola Fabrizi. Ormai i negozi hanno chiuso e restano solo le grandi catene internazionali che vendono a pochi centesimi: così chi vogliamo attrarre per gli acquisti?”
“Persino la segnaletica manca: chi scende dall’asse attrezzato non trova un cartello che indica il centro! E venire in centro costa almeno 3 multe perché la segnaletica non si capisce. I miei clienti dei marchi internazionali, che vengono qui da anni, hanno registrato tutti l’arretramento di Pescara: una volta era bella e facile, adesso è vecchia e sporca. Evidentemente la volontà è canalizzare sui centri commerciali sia chi abita qui che gli avventori. E a noi ci dicono di aprire la notte: e per chi, per gli ubriaconi?”.
“Viviamo nell’era dell’alta qualità, sopravvive chi fa eccellenza e Pescara è nel degrado, a cominciare da piazza salotto”, prosegue Barbara Cazzaniga, titolare di un’altra delle attività storiche pescaresi.
“Ripartiamo dalle cose ordinarie, dal quotidiano, e riqualifichiamo subito la città restituendole estetica ed eleganza: questo si può fare subito invece di aspettare le grandi opere”.
Carlo Miccoli, titolare di uno dei bar centenari di Corso Umberto, nonché presidente Fipe di Confcommercio, dice “Pescara ha bisogno di rinascere dal proprio patrimonio edilizio: l’Amministrazione dovrebbe incentivare le imprese perché queste portano lavoro, e invece le blocca, le tiene ferme. Sono anni che non si fanno interventi, la città è vecchia e non manutenuta. Intanto i giovani sono a spasso senza lavoro: quelli che spendono hanno mediamente 35/40 anni ed escono con i soldi dei genitori”.
Della stessa idea il commerciante Pietro Bucciarelli: “Credo che riqualificare sia il punto di partenza, solo un inizio, ma che dopo devono esserci altre progettualità. Se ci sono progetti edili che migliorano la città e portano vantaggio a tutti bisogna attuarli, purché non si costruisca ancora perché lo il suolo è finito”.