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Montesilvano, lotta all’occupazione abusiva di alloggi popolari

Montesilvano. Diversi cittadini, ai quali i Comuni hanno assegnato, avendone facoltà in presenza di determinate condizioni e in minima percentuale, un alloggio provvisorio, in questo periodo stanno ricevendo diffida al rilascio dello stesso, accompagnata da una minaccia di sfratto. Sulla questione è intervenuto il consigliere Ottavio De Martinis, delegato alle Politiche della Casa del Comune di Montesilvano, in difesa di coloro che, già in grande difficoltà per problemi di natura economica ed abitativa, “si scoprono anche vittime di un sistema di gestione alquanto bizzarro delle Case popolari da parte dell’Ater”.

“Se da una parte nulla si può eccepire sulle modalità, previste peraltro da una legge Regionale che fa acqua da tutte le parti, dall’altra” si chiede De Martinis “perché la stessa solerzia e lo stesso accanimento non viene utilizzato nei confronti di coloro che si sono impossessati di alloggi popolari abusivamente, ricorrendo anche alla rottura di porte o finestre e che da tempo vivono negli stessi violando qualsiasi regola? Il Consiglio Regionale, poco prima delle festività, ha approvato una sanatoria che andrà a risolvere definitivamente la situazione di molti di coloro che oggi sono provvisori ma regolari: alla luce di questo, perché l’Ater è veloce in questi sfratti e lumaca nei confronti di quanti sono abusivi? Ormai da anni i vertici dell’Ente lamentano una mancanza di fondi per provvedere alla manutenzione degli alloggi, che spesso ricade su coloro che proprio perché indigenti ottengono un alloggio popolare, e per provvedere agli sfratti. Poi si viene a conoscenza di assunzioni part-time che gli stessi vertici fanno per colmare non si sa bene quali vuoti impiegatizi. Se fondi, anche se esigui, ve ne sono, venga data priorità alle esigenze di coloro che da anni attendono un tetto e soprattutto ben vengano gli sfratti, a patto che venga data assoluta priorità a quelli nei confronti di coloro che abusivamente e in barba alle regole, sono all’interno di alloggi popolari”.