Pescara, associazione “Mia Casa”: “L’Ater non rispetta la legge”

case_popolariPescara. L’ATER della Provincia di Pescara, a partire dal 2004, si rifiuterebbe di applicare i criteri di calcolo stabiliti dalla Legge Regionale n. 96 del 1996 in combinato disposto con la Legge nazionale 392/78 sul cosiddetto “equo canone”, modificando a proprio ingiusto e illegittimo vantaggio il senso persino letterale di una “autentica interpretazione” approvata dall’intero Consiglio Regionale e preannunciato dallo stesso Difensore Civico Regionale.


Tale “Ente strumentale della Regione Abruzzo”, finanziato dagli stessi inquilini e assegnatari attraverso i canoni e le competenze gestionali e amministrative dei servizi pertinenziali, avrebbe tra l’altro proceduto “inaudita altera parte” e contro la volontà dei soggetti interessati, alla “separazione catastale” delle superfici e delle proprietà di tutte le autorimesse “direttamente collegate” all’alloggio. Nel corso della Assemblea degli Inquilini ex GESCAL svoltasi a Pescara sono state respinte le reiterate ed esorbitanti richieste economiche dell’ATER relative al pagamento, anche con arretrati gonfiati, di canoni di locazione “separati” per autorimesse e garage che la Legge Regionale n. 96/96 stabilisce essere “ricompresi” nel canone convenzionale dell’alloggio in quanto considerati “pertinenze” delle unità immobiliari residenziali assegnate agli Inquilini.
Il “Mia Casa” ha chiamato in causa, ancora una volta, il Presidente della Regione Abruzzo ed il Commissario straordinario dell’ATER ed ha informato il Prefetto ed il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pescara.
All’interno di una missiva ad essi indirizzata è stato denunciato e fatto rilevare con forza e indignazione civica, come “purtroppo” nessuna autorità di controllo, di vigilanza e di indirizzo della Regione Abruzzo e del Consiglio regionale in questi 7 anni abbia mai sentito, sebbene richiesto, il dovere di intervenire a tempo debito e prima che il comportamento dell’ATER di Pescara, unica tra le 5 regionali, uscisse fuori dal seminato e creasse un disagio e una protesta sociale e sindacale tali da investire rispettivamente, il Consiglio Comunale e il sindaco di Pescara, il Difensore Civico regionale, il Prefetto di Pescara e per due volte il Consiglio regionale stesso.

 

 

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