Pescara. Uno dei simboli del lungomare di Pescara, la barca di Eriberto, condannata alla demolizione: il sindaco Alessandrini ha già firmato l’ordinanza per rimuoverla dal marciapiede della Riviera Nord.
Per i pescaresi è, ormai, un pezzo storico dal quale il marciapiede della riviera nord non può prescindere, per i turisti è un’attrattiva da cartolina: la Capitan Uncino, il piccolo veliero lasciato alla città dallo storico balneatore Eriberto Mastromattei, scomparso nell’ottobre del 2008, è destinato a scomparire.
Il sindaco Alessandrini ne ha già ordinato la demolizione con un’ordinanza, “firmata come al solito alla chetichella, la numero 76 del 2 maggio, mai ufficializzata, con la quale ha imposto, entro massimo 5 giorni, la rimozione dell’imbarcazione ormeggiata dinanzi allo stabilimento balneare ‘Jambo’, la struttura appartenuta storicamente al grande imprenditore”, come riferisce l’associazione Pescara Mi Piace.
“Ciò significa che al massimo entro tre giorni rischiamo di veder sparire quel manufatto che ci ricordava la presenza stessa di Eriberto”, afferma Berardino Fiorilli, promotore dell’associazione, “ un’offesa alla città, alla famiglia, contro la quale l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiama a raccolta non solo tutti i balneatori di Pescara, ma anche le Associazioni di categoria, a partire dalla Confcommercio, di cui Eriberto ha sempre fatto parte, che non possono restare scandalosamente in silenzio anche di fronte all’ennesimo scempio che grida vendetta”.
“Sulla scorta di quanto riportato nell’ordinanza”, riferisce ancora l’ex vice sindaco, “gli uffici tecnici del Comune avrebbero effettuato un sopralluogo sul litorale nord il 22 aprile scorso e avrebbero verificato uno stato di conservazione precario dell’imbarcazione che Mastromattei, pochi anni prima di morire, aveva voluto con forza e tenacia installare dinanzi a quello che all’epoca era ancora il suo stabilimento balneare, Jumbo. Secondo il sindaco Alessandrini, tuttavia, le condizioni della barca sarebbero tanto gravi da richiedere addirittura l’emissione di un’ordinanza imponendo entro 5 giorni la ‘messa in sicurezza del manufatto anche mediante demolizione e rimozione dal sito, con il ripristino decoroso dell’aiuola e dei luoghi circostanti’, provvedimento peraltro notificato agli eredi della signora Elisabetta Mastromattei, sorella di Eriberto e ultima proprietaria della ‘Capitan Uncino’”.
“La Capitan Uncino era la barca del cognato di Eriberto e, alla sua morte, Eriberto stesso l’ha voluta portare dinanzi al suo stabilimento per ‘tenere sempre stretto a sé il suo miglior amico’”, conclude Fiorilli, chiedendo “l’immediata revoca di quell’ordinanza per aprire una concertazione con i proprietari, al fine di restituire la sua originaria bellezza alla barca, chiamando a raccolta la migliore imprenditoria di Pescara. Perché questo Eriberto se lo merita”.
ALESSANDRINI: DECISIONE CON GLI EREDI
“Il futuro della Capitan Uncino sarà deciso con gli eredi di Eriberto: con la famiglia abbiamo infatti già avuto diverse interlocuzioni prima di chiedere un intervento di manutenzione, per via delle cattive condizioni in cui versa oggi lo scafo”, chiarisce il sindaco Alessandrini, che aggiunge: “L’obiettivo che ci ha mosso è la messa in sicurezza volta al recupero ed è l’attività che abbiamo svolto secondo la legge, quando una perizia tecnica richiesta ed effettuata diverse settimane fa dal Comune e condivisa con gli eredi ha evidenziato il pessimo stato della barca e ne ha definito la pericolosità, a causa della macerazione del legno e della posizione a ridosso di una pista ciclabile frequentata da grandi e bambini”.
“Abbiamo così appreso che la manutenzione dello scafo che apparteneva al cognato dello storico balneatore pescarese del quale abbiamo ben vivo il ricordo”, aggiunge il primo cittadino, “era demandata ai soggetti subentrati nella gestione dello stabilimento Jambo e lo stato di degrado in cui versa oggi è stato riconosciuto anche dagli eredi, tanto che ci siamo impegnati a cercare insieme un percorso per intervenire, che possa evitare la demolizione, se le condizioni e i costi consentiranno un recupero”.
“Le modalità di un eventuale recupero verranno decise in un incontro che faremo a breve a Palazzo di Città, coinvolgendo anche i soggetti economici che vorranno dare il proprio contributo all’operazione”, conclude Alessandrini.