Pescara, protesta filovia Strada Parco: “Mascia venga a trovarci”

gazebo_NOfiloviaPescara. Strada Parco ancora gremita, i cittadini non si spaventano e rimontano la protesta poche centinaia di metri più in là. Le forze dell’ordine intervenute in massa per far sgomberare il presidio contro la filovia non hanno di certo scalfito neanche di un centimetro la voglia di lottare del Comitato No alla Filovia, presieduto da Antonella De Cecco. Questo pomeriggio, lo scenario che si presentava all’altezza di Via Aspromonte, era più o meno lo stesso di sempre: un gazebo con tanto di cittadini fermi lì per presidiare un cantiere che sembra non possa essere fermato.

Ma loro ci credono ancora, e non mollano la presa, spostano solo la mira. Costretti a traslocare hanno dunque rimontato “baracca e burattini” all’inizio del cantiere, mentre lo stesso, bloccato per settimane dalla protesta, avanza ufficialmente di circa 300 metri più in là. Nonostante siano stati trattati come criminali, loro questa protesta sono lì per vincerla, e vogliono farlo nella maniera più pacifica possibile come hanno dimostrato, nonostante in molti vogliano far credere il contrario.
filovia2Il nuovo presidio apre i battenti all’alba e va avanti fino a notte inoltrata, accettati di buon grado volontari nuovi o vecchi che siano, l’importante, come ribadisce la signora De Cecco “è credere fermamente nella salvezza di quel polmone verde”. Il presidio è in ogni caso più attrezzato che mai, loro, i cittadini, si fanno forza l’un l’altro, e passare le giornate sulla Strada Parco è ormai una vocazione, tanto che al di sotto di quel gazebo si può trovare veramente di tutto: dal caffè, forze quotidiana della protesta a cioccolata e biscotti, regalo delle tante nonne che sono lì per far sentire la propria voce. E loro quel caffè avrebbero il piacere di offrirlo anche al sindaco Mascia, che sembra davvero far “orecchie da mercante” su tutta la situazione, lasciando che le cose avanzino cecamente. “Invitiamo il nostro sindaco passare un’ora qui con noi, in modo che tocchi con mano”, dicono i cittadini.
E mentre sono tutti stretti lì, tutti vogliono parlare e ognuno ha qualcosa da dire, una voce primeggia generando silenzio, quella voce è della signora De Cecco, che questa protesta non l’ha davvero mai abbandonata. “I lavori avanzano senza che nessun documento sia stato prodotto, evase in toto le richieste dell’Autorità giudiziaria – dice Antonella -. Russo aveva garantito trasparenza e legittimità, ma ad oggi gli unici tempi abbreviati sembrano quelli di avanzamento cantiere. Ci hanno voluto far vedere chiaramente che dovevamo andarcene, continuano a trattarci come dei criminali sorvegliando i lavori di continuo, ma credo che non siamo noi quelli che abbiano bisogno di sorveglianza, bensì bisognerebbe andare ad indagare nella legittimità di quest’opera”. E loro vanno avanti così, vanno avanti poiché vogliono dimostrare che sacrificare la Strada Parco significherebbe solo buttare all’aria 31 milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per la città e i suoi cittadini.
filovia3Alla protesta si unisce anche la voce del coordinatore comunale IdV di Pescara, Carlo Sciarra che si appella anch’egli al sindaco Mascia. “Caro sindaco – dice Sciarra – lei non deve essere il sindaco di una strada o di un quartiere; lei deve essere, come giustamente afferma, il sindaco di tutta la città. Per questo vogliamo che capisca che qui non si tratta di decidere Strada Parco sì o Strada Parco no. Qui si tratta di decidere filovia sì -filovia no che è cosa ben diversa; una decisione che coinvolge l’intera città”. Sciarra ci tiene che a parlare siano dunque i cittadini, affinchè il futuro di Pescara, venga deciso in modo serio e consapevole dai pescaresi stessi. “Noi siamo convinti che la cittadinanza, una volta informata in modo trasparente e corretto, – sottolinea Sciarra – saprà ben decidere se volere o meno questa filovia. Caro sindaco, pensi, come le compete, a tutta la città faccia in modo che la ragione ed il buon senso prevalgano, blocchi i lavori e dia la possibilità ai pescaresi di esprimersi”.

Monica Coletti

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