Farindola. Sequestrata un’area di 5 ettari sui quali era stata realizzata una costruzione abusiva. I carabinieri di Penne e il personale della Soprintendenza dei Beni culturali ed archeologici dell’Abruzzo, hanno apposto i sigilli di una vasta area, a Farindola, sottoposta ad un vincolo archeologico.
La costruzione abusiva si connotata con una struttura in muratura e cemento armato ed è contigua ad una grande cisterna di epoca romana che è stata parzialmente danneggiata nel corso dei lavori. L’area è classificata come bene di interesse storico archeologico, ma nonostante in vincolo, il Comune ha rilasciato a maggio un permesso di costruire senza la preventiva comunicazione alla Soprintendenza, senza tenere conto cioè che la zona è censita nella mappa archeologica della Provincia di Pescara. I carabinieri parlano di “evidenti danni arrecati su un lato della struttura, compromessa da un buco del diametro di circa 60 cm e svuotata in parte del terreno di riempimento accumulatosi nel corso del tempo e di numerosi frammenti di reperti“. Alcuni dei reperti sono stati recuperati e consegnati in custodia giudiziale al responsabile della Soprintendenza. Il proprietario del terreno è stato denunciato per aver realizzato opere illecite su beni culturali e danneggiamento al patrimonio storico artistico e culturale.
Ora i carabinieri puntano ad accertare eventuali profili di responsabilità relativamente al procedimento amministrativo per questa edificazione. L’intervento dei carabinieri è stato effettuato su segnalazione degli operatori della Soprintendenza regionale.