Penne. E’ stata finalmente sottoposta al vaglio del Ministero dello Sviluppo economico la vertenza inoltrata dai dipendenti della Brioni Roman Style di Penne, che ha recentemente annunciato un taglio di 400 unità a fronte dei circa 1250 lavoratori impiegati nelle tre sedi d’Abruzzo (le altre due si trovano a Montebello di Bertona e Civitella Casanova).
L’incontro è stato richiesto da Gianni Melilla, deputato Sel e Si e si è svolto con i sindacati dei lavoratori e la mediazione della Regione Abruzzo, al fine di istituire un tavolo nazionale per individuare un piano industriale in grado di fronteggiare l’attuale crisi produttiva della Brioni, recentemente acquisita dalla holding francese Kering.
“Sia chiaro: prima viene il progetto industriale e poi, solo poi, gli ammortizzatori sociali per gestire la crisi occupazionale”, ha affermato Melilla. “Bisogna far rientrare quote di lavoro Brioni attualmente esternalizzate, per attenuare la emergenza occupazionale”.
“Vigilerò , insieme a chiunque voglia farlo, sulle scelte coerenti che il Governo deve assumere per la tutela della occupazione alla Brioni di Penne”.
Quello di Penne è stato uno dei poli produttivi più importanti della regione e attualmente necessita, tra l’altro, di massicci interventi di ristrutturazione: la fabbrica è infatti stata chiusa a seguito del dissesto idrogeologico del marzo scorso, che ha provocato il cedimento di parte delle strutture e il conseguente trasferimento del comparto produttivo presso le altre due sedi.
Oltre a questo, la crisi del comparto produttivo era stata già annunciata dal 2005 con la previsione di una riorganizzazione aziendale che ha poi di fatto comportato una riduzione del personale, in vista di una ripresa economica che sembra essere prospettata non prima del 2018.
Tra le richieste presentate da Melilla per la convocazione del tavolo tecnico, c’era quella di coinvolgere anche i vertici della Kering, al fine di trovare soluzioni concertate.