Pescara. “Una situazione gravissima da tanti punti di vista, oltre alla probabile chiusura alla balneazione di tratti della costa. Un vero e proprio allarme sanitario per le comunità nonché economico per le imprese turistiche e commerciali che operano sulla costa”. E’ quanto hanno affermato ambientalisti e associazioni di categoria a proposito dell’emergenza inquinamento del fiume Pescara e dei conseguenti problemi sulla balneazione, nel corso dell’assemblea pubblica ‘Vogliamo fiumi e mari puliti’ promossa da Confcommercio e Forum Acqua.
All’iniziativa, nell’auditorium Castellammare del capoluogo adriatico, hanno preso parte, tra gli altri, Loredana Di Paola e Augusto De Sanctis del Forum H2o, Riccardo Padovano del Sib-Confcommercio, Carmine Salce della Cna, Stefano Cardelli di Ciba-Confartigianato e Gianni Taucci di Confesercenti. Presenti per il Comune sindaco e vicesindaco, Marco Alessandrini ed Enzo Del Vecchio, e per la Regione il sottosegretario con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca.
Ambientalisti e associazioni hanno sottoscritto un documento condiviso in cui si chiede “alla politica in primis e a tutti gli enti preposti che sia definito urgentemente un piano concertato che, di qui ai prossimi anni, contempli azioni coordinate volte al risanamento delle acque”.
Il tutto con l’obiettivo di “definire in tempi rapidi lo stato dell’arte riguardo alle criticità”, “programmare immediatamente la chiusura degli scarichi abusivi”, “ripristinare il corretto funzionamento di tutti i depuratori fuori norma della regione”, “istituire un osservatorio permanente con enti e organizzazioni economiche e sociali”, garantire “la trasparenza” e costituire “una task force composta da agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria finalizzata al controllo sistematico degli scarichi abusivi”.
“Due dati – si legge nel documento – possono riassumere lo stato comatoso dei fiumi e del mare: quasi il 70% dei corsi d’acqua non ha ottenuto lo stato di qualita?definito ‘buono’ che doveva essere raggiunto entro il 31 dicembre 2015, con il rischio che la Regione Abruzzo debba pagare multe milionarie all’Europa; il 22% dei tratti costieri abruzzesi ricade nella classe di qualita?’scarsa’ per la balneazione, a fronte di un 2% a livello comunitario”.
“Gli scarichi abusivi industriali, ma anche civili – si legge ancora – sono in aumento. Le sponde dei fiumi sono vere e proprie discariche a cielo aperto, dove i rifiuti, durante le piene, vengono trascinati in acqua per poi finire in mare. L’azione di contrasto messa in atto dalle autorita?competenti in questi anni e?stata del tutto inefficace poiche?episodica ed incostante”.
“La grande opera di cui oggi l’Abruzzo necessita – dicono le associazioni – e?il risanamento dei fiumi e del mare nonché delle bonifiche dei tanti siti contaminati. Ne va del futuro economico e della qualità della vita nella nostra regione. L’emergenza inquinamento delle acque dei fiumi e del mare, oltre a minacciare seriamente la salute della intera comunita?- concludono – sta per portare al collasso la gran parte delle imprese turistico-commerciali che operano sulla costa”.