Inchiesta Ciclone: sequestrati 64mila euro all’imprenditore Ferretti

comune_montesilvanoMontesilvano. Ammonta a 64500 euro la somma sequestrata ieri, su provvedimento del Tribunale di Pescara, a Duilio Ferretti, coinvolto nella cosiddetta Inchiesta Ciclone, con l’accusa di aver versato tangenti ad alcuni amministratori del Comune di Montesilvano. Il provvedimento, eseguito dalla prima sezione della Squadra Mobile pescarese, è stato emesso dopo un lungo iter giudiziario che ha visto la Suprema Corte di Cassazione pronunciarsi per due volte, in seguito a due ricorsi avanzati dal Sostituto Procuratore Gennaro Varone, titolare dell’inchiesta.

Dopo un primo provvedimento di sequestro preventivo della somma di 120mila euro, il Tribunale del riesame aveva revocato, il 9 gennaio 2008, il decreto di sequestro preventivo del Gip, con la motivazione che Ferretti, pur avendo versato tale somma come corrispettivo per ottenere lavori, queste attività non erano di fatto mai state eseguite, quindi non vi era stato alcun profitto.

Di qui il primo ricorso in Cassazione del Pm Varone, che puntava ad ottenere l’annullamento del provvedimento. Dello stesso parere erano i Giudici di Piazza Cavour che, considerando travisati i fatti, avevano restituito gli atti per una nuova pronuncia del riesame.

All’udienza camerale del 1 ottobre 2009, a fronte della richiesta del Pm di sequestrare almeno i 64.500 euro (somma che, atti alla mano, era stata versata da Ferretti a Cantagallo e Di Blasio), il riesame aveva rigettato la richiesta poichè “mancava il profitto tratto dal versamento delle tangenti per cui non poteva applicarsi il criterio delle tangenti versate quale indice sintomatico di un presunto guadagno”.

Contro questa pronuncia del riesame, Varone ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, che, anche in questo caso, ha annullato l’ordinanza del riesame restituendo gli atti per l’ulteriore corso del procedimento.

All’udienza dell’8 luglio scorso il Pm ha chiesto nuovamente il sequestro della somma pari all’ammontare documentato delle tangenti versate. Questa volta il riesame ha dato parere favorevole.

Il provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito con la piena collaborazione dell’indagato, sul conto corrente acceso presso l’agenzia di un istituto bancario di Montesilvano.

 

 

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