Sanità, la provincia di Pescara quella più tagliata

ospedale-pescaraPescara. Il Pd non ci sta. E’ totale il disaccordo dei democratici della provincia pescarese verso Il Piano operativo regionale per la Sanità: troppo duro il colpo che andranno ad incassare le strutture ospedaliere di Pescara, Penne e Popoli. Stamane i sindaci delle due cittadine si sono uniti al consigliere regionale Marinella Sclocco e al segretario provinciale Pd Antonio Castricone per lanciare l’allarme.


“Disaccordo assoluto”, dichiara Castricone, “contro le modalità con le quali il Piano agisce sui numeri, sui servizi, sull’organizzazione e sulla presenza delle strutture sanitarie sul territorio”. I tagli più dolorosi sono quelli da effettuare sul numero dei posti letto, ma se questa è la maniera per far quadrare i conti della sanità, Castricone nutre forti dubbi circa interessi nascosti: “ Verranno tagliati più di 1000 posti letto per le strutture pubbliche mentre il privato non viene assolutamente toccato: questa tutela per gli interessi privati, oltre che inaccettabile, elimina le garanzie di un equilibrio complessivo necessario per una giusta riorganizzazione”. Contro le modalità e contro gli effetti; il segretario Pd parla poi delle conseguenze che i cittadini andranno a pagare per i tagli ai presidi sanitari, in provincia e in regione: “ Le cifre del 2009 e della prima parte del 2010 parlano chiaramente di un rilevante aumento della spesa sanitaria, questa riorganizzazione che prevede lo smantellamento complessivo della sanità regionale porterà ad una fortissima mobilità passiva. Se tolgono i servizi come i reparti di emergenza, e lo stesso manager della A.s.l ha parlato di riduzione e chiusura dei Pronto Soccorso, i malati abruzzesi saranno costretti a spostarsi verso le altre regioni per curarsi, con aumento di costi per i cittadini e per le altre regioni. Effetti devastanti.”
La cancellazione di reparti di importanza strategica comportano non solo le migrazioni dal Civile di Pescara verso Chieti o, come nel teramano, lo sconfinamento oltre regione. Minacce più serie vertono sulle strutture di Popoli e Penne, alla lunga condannate alla chiusura definitiva. Marinella Sclocco parla di anossia di queste strutture: “Questo Piano è un modo elegante per far morire di anossia, di mancanza d’ossigeno i presidi ospedalieri del pescarese, è come dire: non ti uccido io, sei morto da solo. L’assessore Venturoni si ostina a chiamare ospedale la struttura di Popoli: prevede 110 posti letto, la maggior parte dei quali dedicati alla riabilitazione e solo 40 per reparti di medicina e chirurgia. Innanzitutto ci dica con quali risorse e quale personale intende mantenerli; poi ci spieghi quale medico oserebbe operare e chi si farebbe operare in una struttura priva del reparto di rianimazione. In questo modo la struttura diventerà inutile e si trasformerà in polo riabilitativo. Il centro destra tiene la situazione in bilico, senza avere il coraggio di dire un no definitivo alla struttura ospedaliera”. Anche per il consigliere regionale persiste, poi, una incoerenza poco chiara tra pubblico e privato: “ Tagliano la sanità pubblica, mentre nel biennio 2009/2010, anni di Chiodi, Venturoni e Baraldi, la spesa regionale sul privato è aumentata di sei milioni annui”, afferma la Sclocco, prima di parlare di una sorta di ‘collasso condotto da altri scopi’: “Se il Civile di Pescara fatica a sopperire alla mole di pazienti, lo spostamento verso Penne non risolve il problema: ai cittadini che necessitano di cure non resta altro che rivolgersi alle dirimpettaie, numerose cliniche private”.
Una ulteriore scarsità di coerenza viene rintracciata da Castricone: “Non si comprende l’accanimento del Piano operativo verso la provincia di Pescara, mentre le altre provincie non vengono toccate allo stesso modo. Forse perché da quelle provengono il Presidente della Regione e altre cariche?”, afferma il segretario provinciale Pd.
Parole riprese dal primo cittadino di Popoli, Emidio Castricone, che riconduce la delicata situazione ad un disegno politico ben preciso, affermando: “ La copertura politica di Popoli è irrilevante, è quindi più facile colpirci. Perché Teramo non è stata toccata?”. Critica la situazione della struttura di Popoli: “Per mancanza di personale, chiusi i reparti di ostetricia, pediatria e cardiologia, smembrato il reparto di anatomo-patologia, accorpati chirurgia e ortopedia e ridotti i posti letto, stessa sorte toccherà ad agosto per medicina e nefrologia”, riporta il sindaco Castricone. Ed è lui ad aprire il capitolo sul mancato confronto della Regione con le parti coinvolte nella redazione del Piano sanitario: “Non hanno stabilito un confronto pubblico su cifre, dati, costi per reparto e bisogni delle strutture: il massimo dell’anti-democrazia. Dicono che ci daranno posti letto per la riabilitazione, ma se non c’è possibilità di assunzione, come sarà possibile?”.
Donato di Marcoberardino, sindaco di Penne, parla di incontri concertativi promessi e non rispettati: “Aspettavamo un confronto con il vice-commissario Baraldi, aveva dichiarato che ci saremmo incontrati ma non è mai avvenuto. Un primato negativo: non è mai successo che in Abruzzo sia stato fatto una programmazione sanitaria senza la partecipazione dei sindaci, le massime autorità sanitarie dei Comuni, e senza informare i cittadini”. Più dura la Sclocco: “Hanno costruito in maniera carbonara il Piano a tavolino e l’hanno mandato a Roma, senza che nessuno dei coinvolti potesse dire la propria in merito”.
Tra tagli, dubbi interessi e critiche situazioni, la conferenza stampa è stata conclusa dal consigliere Giuliano Diodati, responsabile per la Sanità del Pd comunale, che ha illustrato la situazione del capoluogo: “I nostri malati vengono trattati come pacchi postali. Per mancanza di personale medico e paramedico, i pazienti del reparto oculistica la sera vengono trasferiti in otorinolaringoiatria, il sabato e la domenica quelli di cardiologia vengono spostati in altri ospedali o rispediti a casa. Negli ultimi due anni la situazione è diventata drammatica e devastante: passare dal Cup è un vero calvario, reparti inaugurati e dopo mesi ancora chiusi perché non viene assunti il personale necessario a mantenerli”, afferma Diodati, concludendo poi con una domanda provocatoria: “I consiglieri regionali del Pdl eletti nella provincia di Pescara dove sono e a cosa pensano mentre la nostra e la loro provincia viene completamente e assolutamente penalizzata?”.

Daniele Galli

 

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