Pescara. C’erano 152 passeggeri, la maggior parte dei quali abruzzesi e pescaresi, a bordo del volo Ryanair Fr05012 Parigi Beauvais-Pescara – il primo in arrivo nel capoluogo adriatico dopo gli attentati terroristici di venerdì – atterrato all’aeroporto d’Abruzzo alle 14.30. Ad accogliere i viaggiatori c’era, tra gli altri, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini.
Diverse le persone presenti a bordo che sono rientrate in Italia in anticipo rispetto ai programmi. Numerosi i viaggiatori visibilmente scossi e turbati, che hanno preso pullman e taxi con il desiderio di tornare a casa il prima possibile. Intanto, si è appreso che circa la metà dei passeggeri che avevano prenotato il volo Ryanair Fr05011 decollato stamani alle 10 da Pescara per Parigi Beauvais ha rinunciato a partire.
“Molte delle persone – ha detto il primo cittadino all’arrivo dei viaggiatori – hanno preso un volo venerdì per trascorrere quello che doveva essere un tranquillo week-end in un posto bellissimo quale è Parigi. Loro malgrado si sono trovate nell’epicentro di una delle cose più gravi accadute in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Difficilmente dimenticheranno questo fine settimana. Questa guerra va nella direzione di infondere la paura, ma noi dobbiamo resistere e continuare a vivere la nostra vita, giorno dopo giorno”.
“Credo proprio che non tornerò più a Parigi – afferma una donna di Manoppello che era in viaggio con altre cinque persone – Quella sera eravamo a sei chilometri dallo stadio. Stavamo prendendo la metro dopo cena quando una cugina che vive lì ci ha contattato per spiegarci cosa stava succedendo e per dirci di tornare subito a casa. Poi sono iniziate ad arrivare le telefonate dall’Italia. Però – aggiunge – ci siamo resi realmente conto di quello che era successo solo la mattina dopo, quando siamo usciti. Macchine e moto della Polizia e delle forze dell’ordine ovunque. Faceva paura. Stamattina i negozi tutti chiusi e ovunque le bandiere francesi. Una sensazione fortissima. Ora la gioia di essere a casa”.
“Noi eravamo a Montmartre – racconta un altro viaggiatore – il giorno dopo l’attentato l’atmosfera sembrava tranquilla e si aveva quasi l’impressione che i parigini avessero ricominciato la loro vita, ma la città in realtà era vuota e la polizia ovunque. Stamattina in aeroporto ci siamo resi conto che i controlli erano maggiori, ma nulla di impressionante. Anche lì polizia, esercito e teste di cuoio”.
“Noi eravamo da tutt’altra parte – dice poi una donna che era in viaggio con i bambini piccoli – e abbiamo saputo quello che è successo dall’Italia. Il giorno seguente, nella nostra zona, a farci capire la gravità di ciò che era accaduto sono stati i negozi chiusi. Oggi in aeroporto i controlli non sono stati eccessivi, sicuramente sono stati bravi a non farci accorgere di nulla”.