Pescara. E’ stata rinviata al prossimo 24 novembre la prima udienza preliminare sulla vicenda della morte del piccolo Maxim, il bambino di 5 anni ucciso dal padre adottivo Massimo Maravalle, tecnico informatico di 48 anni, affetto da disturbo psicotico atipico, la notte tra il 17 e il 18 luglio dell’anno scorso, mentre il bimbo dormiva nell’abitazione di via Petrarca, a Pescara.
In quell’occasione il gup del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, affidera’ l’incarico al perito Caterina Del Zingaro per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali di alcuni imputati. E’ stato il pm Andrea Papalia a chiedere oggi di trascrivere le intercettazioni. Le parti non si sono opposte. Maravalle e’ accusato di omicidio, ma la perizia dello psichiatra Renato Ariatti ha stabilito che all’epoca dei fatti il tecnico informatico “versava, per infermita’ in condizioni di totale esclusione della capacita’ di intendere e volere”. Maravalle, dunque, secondo la legge, non e’ punibile, ma spetta comunque al gup formalizzare il proscioglimento.
Maravalle, inoltre, e’ accusato insieme alla moglie, Patrizia Silvestri, madre adottiva di Maxim, e a due medici, di falso in concorso. Nello specifico, relativamente alla dichiarazione di disponibilita’, presentata al tribunale per i minorenni dell’Aquila, all’adozione internazionale, con contestuale richiesta di relativa idoneita’, i coniugi avrebbero omesso di riferire e fornire notizie sui disturbi e sulla patologia pschiatrica di Maravalle. I due medici, secondo l’accusa, avrebbero invece attestato che il padre di Maxim era esente da difetti fisici e psichici, omettendo di rilevare l’esistenza di patologie.
Maravalle e la moglie oggi erano presenti in Aula. I due sono arrivati insieme e non hanno rilasciato dichiarazioni. Il tecnico informatico attualmente e’ sottoposto alla misura di sicurezza provvisoria della liberta’ vigilata.