Pescara. Il fiume Pescara e il mare del capoluogo adriatico continuano ad essere inquinati, il protocollo di monitoraggio inter-istituzioni segna un altro record negativo: limiti d’inquinamento superati su tutto il litorale anche ad ottobre.
Il fiume Pescara continua a portare inquinamento e a sporcare l’Adriatico, se il limite per i livelli di escherichia coli fissato dalla legge per la balneazione è di 500 milligrammi per litro, il mare pescarese continua a presentare concentrazioni oltre 4 volte superiori: nel tratto di mare antistante via Balilla tale concentrazione raggiunge i 2.247 mg, nel tratto davanti a via Mazzini i 1.198 mg e nella zona di fronte al teatro d’Annunzio i 663 mg. Lo ha riferito oggi il direttore tecnico dell’Arta, Giovanni Damiani, presentando i primi risultati del protocollo d’intesa tra Comune, Arta e Capitaneria di Porto, per effettuare un monitoraggio costante sulla qualità dell’acqua del mare e del fiume.
Il 13 ottobre scorso la prima campionatura di una serie che si ripeterà ogni 10 giorni fino alla fine marzo, in prossimità dell’inizio della stagione balneare. Tra i punti presi in esame dall’Arta, quelli finiti al centro delle polemiche per i livelli di inquinamento evidenziati la scorsa estate e alla base dell’ordinanza di divieto retrodatata e revocata dal sindaco, sulla quale sta indagando la Procura di Pescara, ma dall’azione inter-istituzionale arriva al conferma che è il fiume il problema “a monte”. Damiani ha dimostrato con una foto che evidenzia, attraverso la densità dei colori, come i flussi di inquinamento arrivino dal fiume, vengano arginati dalla diga foranea e trasportati con l’aiuto delle correnti marine verso la zona a nord del fiume. “La conferma arriva dalle analisi svolte sui cloruri, che indicano il livello di salinità dell’acqua di mare – prosegue il direttore tecnico dell’Arta -. Il valore medio, nell’acqua di mare, normalmente si attesta tra i 18 e i 20.000 milligrammi per litro, mentre a Pescara oscilla tra i 14.400 mg di via Balilla, i 14.500 mg di via Mazzini e i 17.500 mg del teatro d’Annunzio. La presenza di acqua dolce del mare – rimarca Damiani – é la prova che l’inquinamento è portato dal fiume”.
“Da circa un mese e mezzo abbiamo avviato un’attività per verificare l’eventuale presenza di scarichi abusivi lungo il fiume Pescara e abbiamo già elevato una sanzione amministrativa e comunicato una notizia di reato”, ha detto il vice comandante della Capitaneria di Porto di Pescara, Antonio Catino, “Abbiamo svolto una prima mappatura del fiume dall’alto, in elicottero e in seguito ci siamo basati sulla temperatura dell’acqua fluviale, indice della possibile presenza di scarichi”.
“Tutti i fiumi italiani sono messi molto male – ha precisato ancora Giovanni Damiani -. Per quanto riguarda il Pescara abbiamo campionato un punto a monte, all’altezza di Fosso Cavone, che ha evidenziato una concentrazione di 15.000 milligrammi di escherichia coli per litro e uno alla foce, dove la concentrazione é di 8.500 milligrammi. Tali concentrazioni vanno ad ondate e sono influenzate dai fattori atmosferici – ha precisato Damiani -. Non deve stupire che andando verso la foce il fiume sia meno inquinato, in quanto il fiume attiva dei processi biologici autodepurativi”. Il direttore tecnico dell’Arta ha poi formulato alcune ipotesi sulle cause dell’inquinamento del fiume a monte: “In quel tratto convergono gli scarichi di 98 comuni e possono esserci altri scarichi provenienti da siti industriali e soprattutto da allevamenti animali. Non bisogna dimenticare, inoltre, che in questo periodo i dati sono influenzati dalle piogge, visto che quando i depuratori vanno in piena, si attivano gli scaricatori”.