Pescara. L’audizione dei periti ha caratterizzato, oggi, l’udienza preliminare riguardante la morte di Donato Pangiarella, pensionato 74 anni di Spoltore trovato senza vita il 6 settembre 2014 nell’ascensore di un palazzo in via Cerrano, a Montesilvano.
Nella vicenda e’ imputata una donna nigeriana di 34 anni, Happy Ayegbeni, che ha chiesto e ottenuto di essere giudicata con il rito abbreviato. La ragazza, che e’ accusata di omicidio preterintenzionale, oggi era presente in tribunale a Pescara, dove il suo difensore, l’avvocato Simone Rosario Matraxia,ha depositato la sentenza della Cassazione che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti.
Il perito della difesa, Giuseppe Sciarra, ha sostenuto in Aula che l’ischemia acuta che avrebbe provocato la morte del pensionato sarebbe dovuta ad un’alterazione cardiaca provocata dallo sforzo a cui si sarebbe sottoposto l’uomo portando le bottiglie d’acqua in casa, acquistate dalla donna in un supermercato, e dall’eccitazione sessuale suscitata dalla presenza dell’imputata.
Anche secondo il perito dell’accusa, il medico legale Cristian D’Ovidio, un alterco sarebbe alla base del decesso del 74enne. Ma, sempre secondo D’Ovidio, il contatto fisico con la donna, provato dalla perdita di sangue dell’uomo, avrebbe contribuito a far precipitare il quadro cardiaco e a determinare la morte del pensionato.
Per approfondire le dinamiche, ll gup Mariacarla Sacco ha nominato un altro perito. L’incarico sara’ affidato nel corso della prossima udienza prevista per il 13 ottobre. “La sentenza della Cassazione – ha commentato a margine dell’udienza l’avvocato Matraxia – e’ un macigno che dimostra l’assenza di gravi indizi di colpevolezza a carico della mia assistita. La ragazza – ha proseguito – si e’ divincolata da un tentativo di approccio violento in modo piu’ che legittimo, viste anche le lesioni riscontrate sul suo corpo”.
L’avvocato di parte civile, Alfredo Di Francesco, che rappresenta la moglie e il figlio del 74enne, sostiene invece che “la morte coronarica e’ avvenuta a seguito di una spinta e di una caduta. In Aula e’ stata smontata la tesi del perito della difesa, visto che la vittima per portare l’acqua in casa ha preso l’ascensore e dunque non puo’ essersi affaticata e visto che, come dimostra molta letteratura scientifica, e’ l’attivita’ sessuale e non l’eccitazione che puo’ risultare determinante per una tale alterazione cardiaca”