Roccamorice. Terreni inquinati dallo sversamento di acque contaminate da mercurio nel Comune di Roccamorice, lo stesso mercurio che il 16 aprile scorso ha reso necessaria un’ordinanza del sindaco del comune pescarese per vietare l’uso dell’acqua potabile.
Il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto oggi al sequestro di circa cinquemila metri quadrati, limitrofi ai serbatoi in località Bosco e Pagliari: secondo dati diffusi dalla Forestale, vi è stato trovato un valore di mercurio fino a 223 volte il livello massimo di legge. Sulla base delle indagini dal Cfs, coordinate dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Pescara, il pm Annarita Mantini ha indagato il Sindaco di Roccamorice e il Direttore Tecnico dell’Azienda Consortile Acquedottistica di Pescara (A.C.A.) per avvelenamento colposo e adulterazione di sostanze alimentari rendendole pericolose per la salute pubblica.
Sono ancora in corso, invece, le indagini per l’illecito smaltimento di rifiuti pericolosi ed inquinamento doloso dei terreni sequestrati che ricadono nel territorio del Parco Nazionale della Majella. La presenza del metallo pesante nelle conduttore dell’acqua ad uso potabile a servizio dei cittadini di Roccamorice, a causa della rottura di una strumentazione di servizio della rete idrica, fu accertata dalla Asl di Pescara il 15 aprile scorso, nel corso di un controllo periodico. La segnalazione a Comune e Aca portò il giorno dopo ad un’ordinanza del sindaco.
Dalle successive indagini svolte dalla Forestale sarebbe emerso che l’A.C.A. di Pescara, in qualità di gestore delle rete acquedottistica del Comune di Roccamorice, sversò, tramite un sistema di troppo pieno, parte delle acque contaminate da mercurio sui terreni adiacente ai serbatoi interessati. Dopo una serie di campionamenti fatti con la collaborazione dell’Arta di Pescara, il Corpo Forestale dello Stato ha successivamente riscontrato concentrazioni di mercurio fino a 223 volte superiori ai valori massimi consentiti dalla legge. Accertato lo stato di inquinamento del terreno si è proceduto al sequestro probatorio delle aree interessate dallo sversamento abusivo, con la collaborazione dei tecnici dell’Arta di Pescara, ponendole a disposizione dell’Autorità giudiziaria.