Nei mesi scorsi, il personale dell’Ufficio Immigrazione aveva notato delle incongruenze sulla documentazione presentata, allo Sportello Unico per l’immigrazione della Prefettura, da due piccoli imprenditori edili, Mario Vincenzo Filippone, 52 anni, e F.E.M. 22 anni, entrambi residenti a Nocciano, padre e figlio, titolari di due diverse ditte individuali operanti nel settore edile.
Grazie alle intercettazioni, si è potuto accertare che i due, in cambio di somme variabili dai 2mila ai 5mila euro ciascuno, avevano presentato all’ufficio competente della Prefettura, ventidue istanze di assunzione di operai extracomunitari, soprattutto cittadini del Marocco, del Pakistan e del Bangladesh, tutte fondate su buste paga risultate false, come le assunzioni, al fine di regolarizzare la posizione sul territorio nazionale degli stessi cittadini stranieri.
L’attività di reclutamento dei cittadini extracomunitari, a favore dei quali predisporre la falsa documentazione, veniva effettuata dai due arrestati e da un cittadino di nazionalità marocchina, munito di regolare permesso di soggiorno e titolare di un “Bar – Kebab” a Pescara, attualmente indagato per favoreggiamento della permanenza nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari clandestini.
Nell’ordinanza cautelare del G.I.P. è scritto che “l’impianto accusatorio, di una certa complessità, supportato da un’attività investigativa meticolosa e corposa, apre uno squarcio francamente desolante su una realtà avvolta nella disperazione e nel dramma dell’emarginazione della quale ha approfittato, con spietata avidità, l’indagato Filippone Mario Vincenzo, vero ideatore ed organizzatore dell’attività illecita, coadiuvato nell’esecuzione dal figlio E.M.”.
A conclusione dell’indagine questa mattina il personale della Squadra Mobile e dell’Ufficio Immigrazione, in seguito alle ordinanze di misure cautelari emesse dal GIP del Tribunale di Pescara Luca De Ninis, su richiesta del PM Gennaro Varone, hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari a carico del padre e l’obbligo di dimora per il figlio, per il reato di favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari.
Marina Serra