Il delegato sindacale della Confederazione Unitaria di Base, Mario Iodice, lamenta proprio la chiusura di varie sedi Inps, complice forse il processo di privatizzazione che sta investendo l’Ente, indirizzando i servizi verso un’apertura al libero mercato che però comporterebbe costi molto maggiori per i lavoratori. In sostanza enti bilaterali, associazioni e reti amiche non aprirebbero il mercato a servizi maggiori ma porterebbero molti solo alla rinuncia alla Previdenza sociale.
“Noi – sottolinea Iodice – vogliamo denunciare una riorganizzazione attuata sulla base di un progetto appaltato ad una società privata, ed evidenziare il pericolo di un ridimensionamento del ruolo e delle funzioni dell’Inps che fino ad oggi ha rappresentato il pilastro fondamentale dello Stato Sociale e del Welfare”.
La riorganizzazione dovrebbe costare all’Inps una cifra stratosferica: 17 milioni di euro per una revisione netta dei servizi offerti che andranno ad essere gestiti dalla Kpmg, una società esterna. “Se così sarà – ha concluso Mario Iodice – verranno sottratte all’Inps competenze importanti come cassa integrazione, disoccupazione e indennità di mobilità per affidarle ai privati, con il rischio di determinare discriminazioni tra categorie di lavoratori più forti e altre più deboli”. Stessa spiaggia, stesso mare anche per i dipendenti che hanno manifestato nelle altre 19 sedi italiane interessate dalla medesima sperimentazione.
Monica Coletti