Pescara. Sarebbero dipendenti di una ditta di proprietà pescarese i quattro italiani rapiti in Libia, nei dintorni di un impianto dell’Eni.
Il sequestro è avvenuto ieri sera a Zuaia, nella zona di Mellitah, dalla quale parte il gasdotto più lungo d’Europa, il Greenstream. In quella regione, però, vige il controllo delle milizie affiliate all’Isis: la Farnesina ha confermato il rapimento ma non ha reso note le generalità dei quattro, mentra l’agenzia di stampa Afrigate afferma che i quattro sarebbero stati catturati al rientro dalla Tunisia.
I rapiti sono dei dipendenti della ditta di costruzioni Bonatti che, secondo quanto riportato dal quotidiano abruzzese Il Centro, ha sede a Parma ma è controllata dal gruppo Igefi di proprietà della famiglia Di Vincenzo di Pescara.
In quella zona L’Eniè l’unica grande azienda petrolifera rimasta nel Paese dopo la chiusura dell’ambasciata italiana. Il territorio è da sempre terreno di gruppi estremisti, ma la compagnia italiana aveva stabilito un equilibrio delicato grazie ai rapporti intavolati con i gruppi e le tribù locali. Da febbraio, però, l’ascesa del sedicente Stato Islamico ha reso tutto più complicato e minato ogni accordo a suon di minacce.