Pescara, detenuti al posto di operatori ecologici

operatoriecolgiciPescara. Da oggi e per un anno le strade e le aree verdi della provincia di Pescara saranno ripulite da un gruppo di detenuti. Quattro, con precisione i detenuti della casa circondariale di Pescara che svolgeranno i lavori socialmente utili. Il progetto messo in cantiere grazie ad un partenariato tra la Provincia di Pescara, la Casa circondariale del capoluogo adriatico e la Fondazione Caritas, è stato presentato quest’oggi dal presidente della Provincia, Guerino Testa che ha detto: “si tratta di un’iniziativa già portata avanti con buoni risultati su questo territorio e che abbiamo deciso di proseguire. L’obiettivo – ha aggiunto Testa – è quello di favorire il reinserimento dei condannati nella società consentendo a queste persone di acquisire delle competenze specifiche per poi puntare all’inserimento occupazionale nelle aziende private”.

Sarà difficile riconoscerli lungo le strade della città, indosseranno la tutina verde d’ordinanza, e facilmente si confonderanno tra gli operatori ecologici.

Una salvaguardia in più per piste ciclabili, segnaletica,  piantumazione degli alberi e cura delle piante, la si potrebbe definire un’operazione strade pulite.

Il direttore del carcere, Franco Pettinelli, entusiasta della collaborazione, è certo che quest’iniziativa rappresenta una valida alternativa per i detenuti, consentendogli in un futuro di investire sulla professionalità acquisita.
Meno contenti del direttore forse i detenuti, che per i lavori, che li vedranno impegnati 30 ore a settimana, 6 mattine su sette,  non riceveranno alcun compenso, ma solo un esiguo rimborso spese di 150 euro al mese. È questa la strada scelta per rimediare ai peccati del passato.
In più, per documentare ai cittadini la validità del progetto verrà realizzato un reportage fotografico, corredato da testi, di cui si occuperà Giorgia Tobiolo.
Don Marco Pagniello, della Fondazione Caritas, conclude la presentazione con il suo intervento in cui dimostra di credere fermamente nel progetto: “è questo un modo realmente riabilitativo per recuperare gli errori fatti in precedenza”.

Monica Coletti 


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