Popoli, niente Messa in orario didattico. Soddisfatto l’Uaar

uaarPopoli. Il Circolo di Pescara dell’UAAR esprime grande soddisfazione per la decisione presa dall’Istituto Comprensivo di Popoli di non celebrare la Messa in orario didattico.

“Ci rimane però molto di amaro” scrive in una nota Roberto Anzelotti, coordinatore del circolo pescarese “dato che questa decisione è stata presa solamente perchè  il sacerdote, onde evitare polemiche, ha rinunciato alla celebrazione del rito. La decisione avrebbero dovuto prenderla gli amministratori dell’Istituto in base alle leggi da noi chiaramente comunicate nell’atto di diffida; le norme esistono e vanno applicate, soprattutto in un ambiente come la scuola primaria. Sembra invece che a molti  docenti di quell’Istituto queste leggi e queste norme non interessino minimamente e non è una buona base per poter trasmettere valori positivi alle nuove generazioni”.

L’Uaar considera poi ancora più sorprendente che “un sindaco, un pubblico amministratore, una persona che dovrebbe essere il paladino del rispetto delle regole, dichiari tranquillamente che lui quelle regole le avrebbe violate senza pensarci due volte: vorrei ricordare al sindaco Castricone l’imponente messe di leggi e norme che regolano l’eventualità di funzioni religiose durante l’orario di svolgimento delle lezioni”.

Come l’art.9 legge 11 agosto 1984, n.449; Art. 11e Art. 8 legge 22 novembre 1988, n. 516 e via discorrendo.

Nella nota aggiungono poi quella che chiamano “un’ultima chicca”.

L’Arcidiocesi di Bologna, in una pagina dal titolo “Note e indicazioni sullo svolgimento di atti di culto nella scuola”, dice che gli atti di culto nelle scuole in orario di lezione sono da evitare, anche se fosse fatta salva la libertà di parteciparvi; gli atti di culto nella scuola durante l’ora di religione cattolica sono da evitare per rispettare il carattere culturale dell’IRC; gli atti di culto nella scuola in orario extracurricolare possono essere richiesti e organizzati da associazioni di genitori e studenti su delibera del consiglio di circolo o di istituto.

“Ribadiamo con forza” conclude Anzelotti “la necessità di laicità nelle scuole pubbliche italiane per un’Italia veramente e finalmente democratica”.

 

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