Pescara. Una singolare forma di protesta messa in scena dai volontari di Greenpeace quella che stamattina ha animato le piazze italiane, tra cui anche la spiaggia nei pressi dell’Arena del Mare.
Si tratta del ‘Renzi PetrolTour’, la mobilitazione delle associazioni ambientaliste che, ispirandosi alla campagna virtuale di TripAdvisor, hanno esposto, nelle piazze e nel mare delle sagome a forma di autobus, con il premier Renzi alla guida, che illustra le bellezze naturali italiane ‘vivisezionate’ dalle multinazionali a cui il Ministero dell’Ambiente ha concesso le autorizzazioni di ricerca di idrocarburi.
Ancora via libera a piattaforme petrolifere e trivelle, infatti, poco meno di un mese fa: soltanto fra il 3 e il 12 giugno sono stati approvati 11 progetti di prospezione di idrocarburi in mare, con la tecnica dell’airgun: in pratica, i fondali marini ispezionati vengono perforati da onde acustiche prodotte dall’esplosione delle bolle d’aria che si formano con l’utilizzo di compressori, gli airgun appunto.
Grazie ai decreti già emanati, nei prossimi mesi, a pochissimi chilometri al largo della ‘Costa dei Trabocchi’ potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a dieci nuovi pozzi di estrazione. L’attacco al mare interessa anche Gargano e Salento, il mare della Calabria, il Canale di Sicilia, dove stanno per sorgere due nuove piattaforme e dove sono state autorizzate altre prospezioni con gli airgun.
Varie le risposte della politica locale: mentre Regione Puglia e Ragione Calabria hanno presentato lo scorso giugno i ricorsi al Tar contro i provvedimenti del Ministro Galletti, in Abruzzo, dopo le numerose mobilitazioni da parte di Greenpeace, Legambiente, Nuovo Senso Civico, Forum dell’Acqua e diverse altre associazioni e comitati cittadini ambientalisti, il presidente, Luciano D’Alfonso, due giorni fa ha ufficialmente scritto ai governatori delle Regioni interessate dagli effetti dello ‘sblocca trivelle’ del Ministero: ai governatori di Basilicata, Puglia, Calabria, Molise e Marche, D’Alfonso chiede di pianificare un’azione comune di contrasto alle decisioni assunte dal Governo centrale.
Lettera a parte, il fatto è che nella Regione Abruzzo mancano delle normative concrete sulla tutela del territorio. Una carenza già rilevata ai tempi dell’amministrazione Chiodi, che, pur avendo integrato la legge regionale n. 32 del 18 dicembre 2009, avente per oggetto ‘Provvedimenti urgenti per la tutela del territorio regionale’, non aveva previsto un paio di punti, tutt’ora trascurati: mancano infatti dei provvedimenti che facciano specifico riferimento alle attività di ricerca e prospezione di idrocarburi gassosi; non vengono specificati divieti sulle attività estrattive, ma si rimanda all’intesa fra Stato e Regione.
A Pescara, l’ironica protesta dell’associazione ambientalista è andata in scena in spiaggia nei pressi dell’Arena Del Mare: ai passanti incuriositi, i volontari di Greenpeace hanno distribuito un volantino del tutto simile a un depliant turistico, con cui Renzi in persona invita gli italiani a scoprire le ‘nuove meraviglie’ del Mediterraneo disseminato di trivelle e trasformato in una sorta di Texas marino.