San Vito Chietino. Basta regali alla lobby del petrolio. Goletta Verde arriva in Abruzzo e rilancia da San Vito Chietino la battaglia contro il progetto di Ombrina Mare e per l’istituzione del Parco della Costa teatina, fondamentale strumento di per poter rilanciare questo territorio, scommettere su uno sviluppo green e fermare l’insensato attacco al nostro mare.
Dall’imbarcazione ambientalista arriva la consegna della bandiera nera alla politica abruzzese: amministratori locali, sindaci e dirigenti che in questi quindici anni si sono succeduti alla guida delle istituzioni del territorio e che non sono riusciti a concretizzare il Parco.
Il poco ambito vessillo, che Legambiente assegna a chi si è distinto per opere a danni del mare e delle coste, è stato esposto questo pomeriggio alla spiaggia di San Vito Chietino, in concomitanza con un sit-in organizzato dai volontari dell’associazione ambientalista a cui hanno preso parte anche Wwf e Zona22, che ha accompagnato il passaggio della Goletta Verde diretta a Vasto.
“L’atteso decreto del Parco – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – è il punto di partenza per nuova idea di sviluppo e di futuro per il territorio che va nella direzione della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva dell’Unione Europea. Il Parco è centrale anche nella lotta contro la petrolizzazione, visto che, come riportato nella delibera della Commissione Aia, funzionale alla Via, è stato deliberato il parere favore a Ombrina anche in mancanza della perimetrazione e decretazione del Parco della Costa teatina. L’invito alla politica è quello di uscire rapidamente dalle sterili contrapposizioni ed affrontare seriamente e con una visione innovativa la discussione successiva alla nascita del parco che rappresenta un’occasione per il territorio per uscire dal petrolio e dal cemento, simboli dell’economia del novecento, e di costruire un percorso green di sostenibilità per le future generazioni”.
Ombrina è il progetto simbolo della scellerata corsa all’oro nero, in quanto prevede addirittura una raffineria a mare con danni enormi per la salute e la nostra economia locale. A guadagnare dall’operazione saranno pochi petrolieri, a discapito del territorio e delle comunità locali, sicuramente non il Paese.
La costa teatina ha, invece, tutti i numeri per poter diventare il laboratorio di un nuovo sistema di gestione del territorio, attraverso la valorizzazione e la tutela delle proprie risorse, raccogliendo tutte le più importanti sfide attuali, come le questioni climatiche, l’energia, il consumo di suolo e la gestione dei beni comuni che la globalizzazione e la crisi economica hanno imposto pesantemente a tutti e che attendono faticosamente risposte adeguate. Parliamo di tematiche strategiche che, se ben gestite, possono determinare gli elementi di forza per la competitività del territorio e garantire reali e buone ricadute occupazionali.
“La regione Abruzzo – conclude Di Marco – non può più permettersi di essere la regione del petrolio e del cemento. Oggi che il tema Parco è tornato centrale nella discussione contro queste vecchie economie ed è ad un passo dalla sua nascita, siamo tutti chiamati ad un atto di responsabilità per mettere finalmente in campo politiche innovative e green per dare una speranza ai nostri territori ed abbandonare quei campanili indifendibili che nascondo logiche di vecchie speculazioni locali, come resort, porti turistici”.
La battaglia contro la folle corsa all’oro nero proseguirà anche domani, domenica 5 luglio, a Vasto con una mobilitazione nazionale per chiedere lo stop all’uso dell’airgun nell’esplorazione del sottosuolo in ambiente marino. L’appuntamento è alle 11.00 presso il punto informazioni della spiaggia di Punta Penna.