Pescara. Si è stretta intorno alla famiglia Orlando una discreta folla di parenti e amici, intervenuti per dare l’ultimo saluto al pasticcere accoltellato tre giorni fa da un vicino di casa, davanti al laboratorio della sua attività commerciale.
Una profonda compostezza al funerale di Giandomenico Orlando, svoltosi questo pomeriggio presso la chiesa di Sant’Andrea. Il rito ha visto la partecipazione di un gran numero di persone, che con affetto, sobrietà e discrezione hanno porto le loro condoglianze a Patrizia Chiavaroli, moglie di Orlando, e ai due figli, Francesca e Alessio.
Presente alla funzione anche il sindaco, Marco Alessandrini, in veste non ufficiale. “La morte è maestra” ha affermato il parroco durante l’omelia. “C’insegna che quel che resta con noi e che ci portiamo dietro quando lasceremo questa terra è il bene che siamo stati in grado di donare”.
Giandomenico Orlando, 67 anni, noto pasticcere pescarese, è stato ucciso mercoledì scorso con quattro coltellate alla gola, presumibilmente infertegli da Giovanni Grieco, 42 anni, ex buttafuori presso diversi locali notturni pescaresi, già con precedenti penali per lesioni e stalking.
Il presunto omicida, che non ha ancora confessato il delitto, si trova attualmente nel carcere teramano di Castrogno, dove gli è stata convalidata la notifica di arresto. In passato, Grieco era già stato ammonito dal questore in merito ai pesanti screzi verificatisi con la famiglia Orlando, nei confronti della quale il presunto omicida aveva sviluppato una forma di ossessione, tramutatasi presto in episodi di stalking e conclamate minacce, poi confluite in tragedia.
Oggetto di minacce è stato soprattutto Alessio Orlando, figlio di Giandomenico, che, insieme al padre aveva sporto denunce e diffide nei confronti di Grieco, le cui azioni lesive verso gli Orlando sarebbero state commesse per futili motivi: i rumori arrecati dall’attività commerciale del pasticcere che avrebbero infastidito Grieco e l’anziana madre, che abitano nell’appartamento situato al piano superiore del locale commerciale.
Una tragedia che già era nell’aria e si era preannunciata, stando alle testimonianze raccolte dagli inquirenti e alle parole dello stesso Grieco, che durante un precedente interrogatorio aveva affermato “Rimango nella mia posizione. Se succede qualcosa di grave, sapete dove venirmi a cercare”.
Di fatto, però, il presunto omicida, subito dopo la cattura da parte dei carabinieri di Giulianova, avvenuta a Pineto, ha saputo avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande rivolte dai Pm all’interno della caserma, dove è stato immediatamente trasportato; ha soltanto ammesso ai militari che lo hanno trovato sdraiato su una panchina, in stato confusionale, di essere ‘ quello che cercavano’.
Il fascicolo degli atti relativi all’arresto di Grieco, avvenuto nel teramano, sarà trasmesso a Pescara dal Gip, Domenico Canosa.