Pescara.“Nessun segreto ‘rivelato’, nessun intervento azzerato, la relazione inviata al Comune dalla società Integra, incaricata della progettazione della strada-pendolo, ha in realtà ‘svelato’ l’acqua calda, ossia la cancellazione di una bretella di uscita dall’asse attrezzato in corrispondenza di via Aterno, una bretella cancellata in seguito al mancato esproprio, da parte della passata amministrazione di centro-sinistra, di un terreno in cui era pure prevista una rotatoria.
Una bretella che ora, entro sette giorni, gli uffici tecnici dovranno ripristinare, prevedendo anche gli espropri messi in cantiere già nel 2000. La società Integra ha però continuato a non spiegare perché tra il 2005 e il 2007 è stato modificato il progetto complessivo della strada-pendolo, spostando verso mare il braccio nord, tanto da annullare il collegamento diretto e privilegiato con il braccio sud, snaturando il progetto stesso”. Lo hanno ribadito stamane l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Pescara Alfredo D’Ercole e il presidente della Commissione consiliare Armando Foschi in merito all’invio della relazione della società Integra, “documento evidentemente non così riservato visto che solo questa mattina, alle ore 11, il fascicolo è arrivato in busta chiusa all’Ufficio Posta del Comune di Pescara, indirizzato al Dirigente del settore Lavori pubblici, quando il documento era però già stato reso pubblico, l’ennesima vicenda sulla quale chiederemo lumi alla stessa società Integra”, come hanno aggiunto il Presidente Foschi e l’assessore D’Ercole.
“Ancora una volta le relazioni tecniche risultano carenti e poco chiare – hanno proseguito l’assessore D’Ercole e il presidente Foschi -: in realtà già lunedì scorso, 15 febbraio, nel corso di un maxi-vertice allargato agli uffici Urbanistica e Mobilità, avevamo ricostruito i tempi relativi alla scomparsa della quarta rampa di uscita dall’asse attrezzato in via Aterno. In sostanza nel progetto originario il Comune e la Integra avevano previsto la realizzazione della quarta bretella e di un maxi-rondò a quattro corsie che ricadevano proprio sul terreno di un privato, il quale ha presentato un’osservazione all’intervento, lamentando un danno. Gli uffici hanno accolto l’osservazione, bloccando dunque l’esproprio della superficie e determinando, automaticamente, la cancellazione della rampa. Ma quella bretella, che in realtà non ha pregiudicato la realizzazione della strada-pendolo né ha determinato l’azzeramento del progetto, verrà ripristinata: entro sette giorni gli uffici dovranno riconsegnarci il progetto riaggiornato. Il provvedimento che ha realmente stravolto e snaturato la strada-pendolo – hanno proseguito l’assessore D’Ercole e il Presidente Foschi – è stato invece lo spostamento del braccio nord dell’asse stesso della nuova arteria che, come previsto nel Piano regolatore e nelle carte originarie, doveva avere un collegamento diretto, riservato e preferenziale con il braccio sud, senza interferire con la viabilità urbana circostante, anche in questo caso prevedendo l’esproprio di un terreno e di un vecchio fabbricato. Nella seconda versione, redatta tra il 2005 e il 2007 dalla passata amministrazione comunale di centro-sinistra, il progetto è però stato completamente stravolto: il braccio nord, spostato verso il mare, finisce su un rondò ridimensionato a sole due corsie, perdendo il collegamento diretto con la parte sud e interferendo con la viabilità di via Aterno. Su tale modifica, che ha concretamente e realmente snaturato la strada-pendolo, la Integra non ha proferito parola: anche in questo caso, entro sette giorni, la nuova amministrazione comunale ha chiesto agli uffici tecnici di studiare il modo per ripristinare il vecchio collegamento diretto e privilegiato tra i due assi della strada-pendolo, salvando un progetto che negli ultimi sei anni ha rischiato di azzerarsi. Nei prossimi giorni, intanto, i nostri dirigenti contatteranno la società Integra per capire quale percorso abbia seguito la relazione giunta oggi all’Ufficio Posta, una relazione sicuramente non riservata e che di fatto non ha spiegato le ragioni che hanno determinato lo stravolgimento, cinque anni fa, del progetto. Forse è però opportuno ricordare che Integra, in quanto ditta fiduciaria del Comune, avrebbe comunque dovuto rispettare il vincolo di riservatezza, uno dei primi obblighi previsti nel codice deontologico dei professionisti”.