Pescara, bilancio consuntivo: i crediti inesigibili salgono a 41 milioni

Pescara. Approvato questa mattina in Consiglio Comunale il bilancio consuntivo 2014, con il voto favorevole di 18 consiglieri, con 4 voti contrari e 5 astenuti: i crediti inesigibili salgono a 41 milioni.

“Il rendiconto è stato fortemente condizionato dalla precaria situazione economico-finanziaria esistente alla data di insediamento della nostra Amministrazione – illustra l’assessore al Bilancio Bruna Sammassimo – Una situazione che inevitabilmente ci ha portati a ricorrere al piano pluriennale di riequilibrio approvato con delibera consiliare lo scorso 20 marzo, non essendovi le minime condizioni per garantire gli equilibri di bilancio nel tempo”.

Il Rendiconto appena approvato si è chiuso con 50 milioni e 219 mila euro di disavanzo, determinato essenzialmente dalla necessità di dare copertura al fondo crediti di dubbia esigibilità pari ad 41 milioni e 511 mila euro, cifra, quest’ultima, scaturita dal riaccertamento dei residui resosi necessario sia nel rispetto dei nuovi principi contabili previsti dalla legge sull’armonizzazione dei sistemi contabili, ma anche e soprattutto imposto dal piano di riequilibrio finanziario. Buona parte del disavanzo potrà essere ripianata in 28 anni, mentre l’ulteriore differenza in soli dieci anni. Il fondo di rotazione a cui si potrà accedere nel momento dell’approvazione del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti, porterà nelle casse comunali oltre 33 milioni di euro.

“Per raggiungere gli equilibri di bilancio”, prosegue l’assessore, “abbiamo monitorato attentamente ogni singola voce di spesa, limitandola a quella strettamente necessaria al funzionamento dell’Ente e cercando di generare, in ogni singolo centro di costo, risparmi ed efficienze. Al fine di garantire le entrate indispensabili a portare in equilibrio i conti dell’Ente, è stato inevitabile ricorrere alla leva fiscale. Pur consapevoli dei riflessi non positivi di una eccessiva pressione fiscale sulla crescita del tessuto economico del territorio, abbiamo dovuto imboccare una strada a senso unico, sia per la situazione economico-finanziaria ereditata, che per la riduzione considerevole dei contributi in arrivo dallo Stato”.

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