“Il problema del degrado nell’area della Pineta Dannunziana esiste, è inutile nasconderlo – ha dichiarato Longhi – così come sarebbe inoltre inutile nasconderne il perdurarsi di tale situazione da ormai diverso tempo. Occorre però – ha aggiunto Longhi – inquadrare il tema in una visione di più ampio respiro in cui i rifiuti e il senso di scarsa sicurezza, da me stesso percepita nelle ore serali, sono solo una, seppur importante, componente. Bisogna chiedersi qual è l’origine del problema, affrontarlo e porre rimedi. Innanzi tutto, la presenza del Parco, che ha visto sì una parziale rinascita con l’unificazione dei comparti, ma che nelle zone di ingresso da Via Scarfoglio a causa anche di una scarsissima illuminazione (le famose palle, vanto della Giunta Pace) diventa terra di nessuno per gran parte della giornata. La presenza di scuole, che, di fatto, rende un intero isolato vissuto soltanto nella fascia oraria dalle 8 alle 16. L’assenza di punti di aggregazione, escludendo i bar e gli stabilimenti d’estate. Sono queste, a mio modo di vedere, le cause che rendono necessarie una visione d’insieme, oltre ai provvedimenti di ordine pubblico, su cui è da apprezzare l’impegno costante del Consigliere Foschi. C’è bisogno di un’azione sinergica, che completi quella della forze dell’ordine, c’è bisogno che la Pineta torni a vivere, che tutti i luoghi capaci di coinvolgere socialità si aprano alle iniziative dei residenti, degli scolari, degli studenti universitari, dei pensionati, degli scout, dei tanti che vivono la Pineta magari giusto per il tempo di una corsa o di un’uscita col cane, ma che sembrano poco interessati alla tutela di ciò che c’è intorno e gli permette di trascorrere piacevoli momenti all’aria aperta. Provare a pensare, magari, all’utilizzo degli spazi della scuola media Croce, o della scuola elementare, fino a tarda ora, per eventi sportivi, culturali attraverso una collaborazione con associazioni sportive e culturali. Far funzionare gli enormi spazi della Chiesa Stella Maris, ripensare ad eventi estivi all’interno del Parco, metterlo in connessione diretta con gli spazi dell’Ex Aurum, probabilmente l’unico intervento, negli ultimi dieci anni (e di questo va dato pieno merito all’Amministrazione D’Alfonso), capace di dare una prospettiva Europea all’intera zona. Ripensare insomma l’intero quartiere non come un quartiere dormitorio (che non è mai stato ed in cui rischia di trasformarsi).
Per fare questo – ha concluso Longhi – c’è bisogno del Comune, di un maggiore controllo delle forze dell’ordine, del forte contributo di coloro che, all’interno del quartiere possono far accadere le cose, ma c’è bisogno, soprattutto, dei residenti, cui spetta per primi il compito di salvaguardare una delle zone più belle e ricche di storia della città di Pescara, in cui hanno l’onore di abitare”.