Pescara. Il Tar ha annulla ieri la del Consiglio Comunale di Pescara del 14 marzo 2014 che, con una variante al Piano regolatore generale, imponeva vincoli su una serie di edifici ritenuti appartenenti al patrimonio immobiliare storico e architettonico della città.
Si tratta, cioè, di un elenco di edifici sottoposti a tutela dal Comune sulla base di una ricognizione affidata a una commissione composta oltre che dai tecnici comunali, dall’università e dalla Sovrintendenza. Secondo i giudici, però, “il Comune ha indubbiamente il potere di conformazione urbanistica del territorio, ma non può vincolare un bene specifico in ragione del suo supposto pregio storico-architettonico, con palese violazione delle attribuzioni spettanti allo Stato e, per esso, al Ministero per i beni e le attività culturali”, si legge nella sentenza che va così incontro alle lamentele dei tanti proprietari di vecchi edifici e società di costruzione pronti, ora, a demolire per costruire nuovi immobili.
Non si scompone, però, il sindaco Alessandrini: “Eravamo pronti a questa evenienza”, afferma, “a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato su Villa Agresti, andata nella medesima direzione del Tribunale Amministrativo, tanto è vero che è già da tempo calendarizzato per venerdì 6 febbraio un incontro l’avvocato Tommaso Marchese, il legale che ha assistito l’Ente dinanzi al giudice di secondo grado, per approfondire la sentenza e assumere ogni conseguenziale iniziativa, in ordine ai limiti del potere pubblico di conformazione urbanistica del territorio, nel rispetto delle attribuzioni spettanti allo Stato, tramite il ministero per i Beni e le Attività culturali”.
“Tutto questo”, conclude il primo cittadino, “in nome e per conto della tutela del patrimonio immobiliare storico che appartiene alla memoria cittadina, con il rispetto delle regole che sono la base di ogni modello di crescita sostenibile”.