Pescara, dragaggio: la sabbia scaricata dietro la diga foranea

Pescara. Dovrebbero partire entro questo mese, secondo quanto annunciato dalla Capitaneria, il nuovo dragaggio dei fondali del porto di Pescara: le imbarcazioni continuano a faticare nell’accesso allo scalo, ma la road map per gli scavi è stata già tracciata.

Dopo il tanto atteso dragaggio (costato 10 milioni e mesi di inattività per i pescherecci) di un anno fa, il porto è tornato ad essere insabbiato e, con le mareggiate di fine anno, le motocisterne ora riescono ad entrare in banchina solo con il carico ridotto e il peso alleggerito. Questione di poche settimane, però, perché il comandante della Capitaneria ha già annunciato che il Provveditorato alle opere pubbliche ha avviato l’appalto da 1,8 milioni per lavori di escavo da compiere nel mese di gennaio.

E ieri sera è stata una riunione svolta in Regione, tra il presidente Luciano D’Alfonso, i soggetti istituzionali coinvolti e i portatori di interesse, a spiegare come si procederà. Per quanto riguarda il dragaggio, sono stati affrontati problemi emergenziali e di prospettiva. Per l’emergenza, le strutture regionali e l’Arta hanno discusso come velocizzare al massimo tutte le procedure allo scopo di pervenire in tempi rapidi al ripristino dell’agibilita’ portuale. Verra’ utilizzata la tecnica della movimentazione senza estrazione dell’acqua, dei sedimenti marini, deponendo il materiale asportato oltre la diga foranea. Sono state discusse altresi’ le condizioni per affrontare il problema della vasca di colmata, destinando i sedimenti attualmente depositati al riutilizzo che e’ consentito dalla normativa.

E’ stata anche valutata la possibilita’ di intervenire alla radice della banchina nord, attualmente oggetto – in un triangolo nei pressi della Madonnina, all’interno del fiume – di sedimentazione di materiali anche organici e putressibili; la soluzione puo’ consistere in una risagomatura del profilo della banchina che non pregiudichi il deflusso delle acque anche in caso di piena, ma che eviti il fenomeno.

Infine, per quanto riguarda interventi strutturali a larga scala che trovano soluzione nel piano regolatore portuale – per il quale la Regione ha stanziato tre milioni e mezzo di euro e il Provveditorato alle Opere Pubbliche un milione e 950 mila euro – sono stati puntualizzati tutti i passaggi necessari per la redazione del progetto definitivo, del necessario studio di impatto ambientale da sottoporre al ministero dell’Ambiente e tutte le possibili criticita’ da evitare poiche’ potrebbero portare ritardi nel processo di approvazione e realizzazione delle opere.

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