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Cronaca L'Aquila

Ultramaratona del Gran Sasso: la partenza da Santo Stefano di Sessanio

E’ stato presentato questa mattina a L’Aquila il programma dell’Ultramaratona del Gran Sasso d’Italia 2018, la 50 km abruzzese che si articola attraversando gli scenari del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

 

Assente alla conferenza stampa, il vice Presidente della Regione, Giovanni Lolli, che ha dovuto partecipare ad una riunione di Giunta che si è tenuta in contemporanea a Pescara.  Alla conferenza stampa hanno preso parte, tra gli altri, la parlamentare  Stefania Pezzopane, Enzo Imbastaro, Presidente Coni Abruzzo, Fabio Santavicca, Sindaco di Santo Stefano di Sessanio, Tommaso Navarra, Presidente del Parco Gran Sasso – Monti della Laga, Franco Schiazza, dirigente A.S.D Sogeda Manoppello organizzatore dell’evento, Loreto Colageo, Presidente Territoriale UISP L’Aquila, Aurelio Michelangeli, Dirigente Nazionale UISP Atletica settore Trail.

 

 

 

La partenza della gara, che è inserita nel calendario Nazionale GRAN PRIX IUTA 2018 DI ULTRAMARATONA, è prevista per domenica 29 luglio 2018 alle ore 8.30 da Santo Stefano di Sessanio.

 

 

 

L’organizzazione della gara è affidata alla A.S.D. Marathon Club Manoppello Sogeda in collaborazione con la UISP, con il patrocinio dei Comuni di Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castel del Monte e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

 

 

 

Nel 2015 gli atleti arrivati sono stati 144, nel 2016 gli atleti arrivati sono stati 262, nel 2017 gli arrivati sono stati 359, si prevede per il 2018 il record degli iscritti al momento più di 440 atleti.

 

 

 

Grossi atleti si sono cimentati in questo splendido percorso negli anni: tra questi sono stati ricordati Alberico Di Cecco, Marco D’Innocenti, Vito Sardella, Minici, Marco Bonfiglio e il Belga Wouter Decock. Nel campo femminile la Croata Sustic Nikolina (grande top runner) e Francesca De Sanctis. Tanti Ultra Maratoneti come Vito Piero Ancora, Michele Rizzitelli, Francesco Capecchi, Angela Gargano: prima donna ad aver corso 100 maratone in un anno ed inserita nel Guinnes dei primati.

 

 

 

Particolarmente impegnativo, ma altrettanto suggestivo, il percorso: si parte da Santo Stefano di Sessanio a 1251 mt. slm, si entra nell’antico borgo fortificato, interamente costruito in pietra bianca calcarea, si piega in leggera discesa verso il centro abitato di Calascio a 1210 mt. slm, si continua a scendere per altri 4 km fino a raggiungere i 1100 mt. slm, poi la strada inizia a salire fino ad arrivare a Castel del Monte a quota 1310 mt. slm; si attraversa il centro abitato e inizia la vera salita, attraversando un paesaggio lunare e davvero unico che porta al Valico Capo la Serra 1600 mt. slm;  poi una splendida e panoramica discesa, sullo sfondo di Campo Imperatore del Gran Sasso, con la sua cima, il Corno Grande, che sfiora quota 3000. Poi si arriva a Fonte Vetica, da dove come d’incanto si possono ammirare il Monte Prena e il Monte Camicia; quindi, attraverso lo splendido altipiano di Campo Imperatore e, prima dell”incrocio del lago Racollo, si gira a sinistra passando davanti al Lago Racollo a 1573 mt. slm slm; altra salita fino al valico a 1628 mt. slm, poi 4 km in leggera discesa, un altro piccolo strappo e poi la lunga discesa di quasi 8 km che ci fa ammirare dall’alto il lago e una delle perle d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio, dove è previsto l’arrivo.

 

 

 

Un percorso di gara molto interessante, tecnico ed impegnativo, con un forte dislivello altimetrico di circa 1000 m, una gara che non ha niente da invidiare ad altre prestigiose 50 km italiane.

 

 

 

Nel corso della conferenza stampa è stata presentata anche la medaglia dell’Ultra Maratona del Gran Sasso d’Italia 2018 dipinta a mano su entrambi i lati su pietra della Majella dall’artista Morelia Persico di San Valentino in Abruzzo Citeriore. Sul lato dritto della medaglia è raffigurato il Guerriero di Capestrano sullo sfondo del Gran Sasso d’Italia e sul rovescio sono raffigurati il Camoscio Appenninico e la Pulsatilla (pianta comune sulle Alpi, ma rarissima nell’Appennino). La medaglia, è stato detto, rappresenta anche un simbolo che vuole ricordare e rendere omaggio ad un appassionato scalatore che, dopo essersi adoperato per raggiungere il luogo della tragedia di Rigopiano per soccorrerne le vittime, è rimasto a sua volta vittima nell’incidente dell’elicottero a Campo Felice, dopo aver effettuato un semplice intervento sui campi da sci.