Sulmona. Rischia di chiudere l’Aias, il centro diurno per disabili di Sulmona.
Ad annunciarlo è il segretario provinciale Uil dell’area peligno-sangrina Marcello Ferretti e Mauro Gabrielli responsabile territoriale UIL medici, i quali chiedono un incontro urgente al sindaco Annamaria Casini e all’assessore alle Politiche sociali, Anna Rita Di Loreto, “per mantenere viva la speranza di tante persone che soffrono la propria condizione di disagio spesso non conosciuta dalla collettività”.
In un incontro svoltosi venerdì scorso Sante Ventresca, presidente dell’Aias ed i collaboratori del centro diurno per disabili sito di Torrone hanno discusso con il sindacato le gravissime problematiche che attanagliano il centro diurno, nonostante le numerose sollecitazioni fatte alle istituzioni comunali e regionali.
“I fondi stanziati per un centro che nella storia ha determinato un miglioramento delle condizioni di salute di molti disabili della zona sono talmente esigui da non coprire nemmeno le spese per il personale tant’è che le dipendenti in servizio non ricevono lo stipendio da ben sette mesi”, sottolinea la Uil, “Ventresca come presidente ed istitutore della associazione Aias, da cinquant’anni, ora teme un ridimensionamento sostanziale delle attività assistenziali erogate a persone con grave handicap, vista l’esiguità dei fondi stanziati dal Comune di circa cinquemila euro annui, insufficienti anche per pagare le utenze”.
“Il proficuo lavoro rivolto all’handicap curato dall’associazione e dagli specialisti del settore concernenti tutte le attività ludiche, fisioterapiche e sociali rivolte ai degenti della struttura, assicurano l’assistenza di tanti disabili che non potendosi permettere cure a costi elevati, alleviano il carico di tante famiglie che spesso vivono il dramma della disabilità in piena solitudine – prosegue il sindacato – dobbiamo saper interpretare il lavoro svolto da questa associazione per capirne il senso e mantenerla sul nostro territorio, una struttura riabilitativa a tutti gli effetti capace di far vivere una vita il più possibile ‘normale’ al paziente disabile psichico sia in presenza che soprattutto in assenza della famiglia d’origine. L’attività dell’Aias ha un ruolo fondamentale per alleggerire il carico della famiglia d’origine, dove spesso si manifestano dei sentimenti di frustrazione a tal punto da alterare gli equilibri emotivi e sociali di tutti i componenti”