I servizi sociali di Anzio, dove la famiglia vive, pagano sedute di terapie ambulatoriali che però non sono adeguate all’autismo di Valerio, di livello grave come diagnosticato nell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Altre attività specifiche per l’autismo (intervento Aba, Applied Behavioral Analysis), comunque non sufficienti, Pierpaolo le paga di tasca propria. Per tentare di risolvere i loro problemi si è mossa dall’Aquila l’associazione Autismo Abruzzo Onlus, avviando una raccolta fondi.
“Un gesto di solidarietà che non basterà purtroppo perché – dichiara Dario Verzulli, presidente dell’associazione – Valerio ha anche bisogno di terapia farmacologica; durante le crisi epilettiche 2-3 volte al giorno cade rovinosamente. La Asl di competenza dovrebbe valutare complessivamente le reali esigenze del bambino e prenderlo in carico, il padre non è assolutamente in condizione di seguirlo come meriterebbe, dal punto di vista sia economico sia logistico”. Pierpaolo, che vive con i figli in una casa ancora gravata dal mutuo, non ha neanche diritto al Reddito di Cittadinanza, poiché c’è un conto vincolato a nome dei ragazzi; da anni cerca un lavoro part-time che possa permettergli di mantenere la famiglia e assistere Valerio, ma ogni mese che passa la situazione diventa insostenibile. “Come associazione ci stiamo impegnando per aiutare questa famiglia – spiega Verzulli – facendo sapere a Pierpaolo quali sono i suoi diritti.
Possiamo avvalerci dell’esperienza maturata negli ultimi anni in Abruzzo, che è finora l’unica regione ad aver recepito la Legge sull’autismo 134/2015 con apposito regolamento (DGR 437/2017) e una successiva integrazione (DGR 360/2019) per l’estensione sul territorio regionale dei nuovi setting di intervento. Nelle altre regioni, purtroppo – conclude il presidente di Autismo Abruzzo onlus – i trattamenti erogati a persone con autismo non rispettano le indicazioni fornite dalle Linee Guida Nazionali per l’autismo richiamate nella citata legge nazionale 134/2015″.