Si pente di aver sparato all’orsa, ma è troppo tardi

L’orsa Amarena è recentemente salita alla ribalta della cronaca per la sua triste fine: è infatti deceduta dopo esser stata ferita dai colpi di arma da fuoco di un cacciatore che, ora, sembra essersi pentito del gesto.

Andrea Leombruni – questo il nome del cacciatore – ha infatti rilasciato un’intervista all’Ansa condividendo tutto il suo dispiacere e la sua frustrazione per quanto accaduto, ammettendo di ricevere in continuazione delle telefonate di morte, rivolte anche alla madre, un’anziana 85 enne.

Orsa Amarena coi suoi cuccioli
Amarena e i suoi cuccioli attraversano un borgo a San Sebastiano dei Marsi – – abruzzo.cityrumors.it

Tutta la sua famiglia è oramai sotto una gogna pubblica perché, per tutti (o quasi), lui è il mostro.

A distanza di qualche giorno dalla morte dell’animale, pertanto, Leombruni ha deciso di rompere il silenzio e raccontare la sua versione dei fatti. Per farlo ha scelto non a caso il piazzale della sua casa, dove è avvenuto il fatto, con una parente che rimane di guardia sul balcone, considerato il timore di subire delle ritorsioni.

Le dichiarazioni del cacciatore

È in questa occasione che Leombruni ammette di non dormire da tre giorni e di ricevere in continuazione dei messaggi e delle telefonate minatorie.

orso
Non accenna a spegnersi la polemica intorno all’uccisione dell’orsa Amarena – abruzzo.cityrumors.it

“Ho sbagliato” – precisa subito dopo, ammettendo di averlo compreso appena sparato il colpo e di aver lui stesso chiamato immediatamente i carabinieri.

Quindi, il cacciatore si reca nel luogo in cui ha esploso il colpo, il pollaio, dove il parco ha posizionato delle trappole con delle esche finalizzati ad acchiappare i due cuccioli di orso rimasti orfani di Amarena. “E’ successo qui, in uno spazio piccolissimo” – prosegue l’uomo, precisando di essersi appostato lì per vedere chi fosse quella creatura che è entrata nella sua proprietà.

All’improvviso, un orso si è palesato di fronte a lui e per scacciarlo avrebbe fatto fuoco per terra. Il colpo, però, è andato a segno, determinando la morte dell’animale.

La presa di posizione della moglie

A fare eco alle dichiarazioni dell’uomo è la moglie, che dichiara come tutta questa violenza e il martirio non sono giusti.C’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo” – ha poi aggiunto, accettando eventuali giuste punizioni da parte dei giudici.

Intanto, è stato cancellato il murales che era spuntato a poca distanza da casa del cacciatore, che ritraeva un uomo che spara con la scritta giustizia.

Alcuni uomini intanto girano di ronda vicino all’abitazione dell’indagato al fine di proteggere l’uomo dopo le minacce di morte ricevute…

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