Nella discussione di ieri davanti ai giudici – riferiscono in una nota – sono state ribadite le ragioni per salvaguardare Valle delle Lenzuola con fauna e flora rarissime che non devono soccombere sotto le ruspe”.
“Le procedure di approvazione da parte di Regione Abruzzo e Comune di Ovindoli dei nuovi impianti da sci e delle nuove piste a Valle delle Lenzuola sulla Magnola sono gravate da numerosi e insanabili vizi – spiega l’avvocato Herbert Simone che difende le associazioni ricorrenti – Abbiamo depositato altri motivi di causa, in particolare riguardanti l’occupazione di suolo destinato a uso civico e l’autorizzazione paesaggistica, rilasciata su progetto difforme rispetto a quello autorizzato.
Nella discussione davanti al Tar confidiamo di aver sufficientemente illustrato le nostre ragioni. I giudici avevano concesso la sospensione cautelare delle autorizzazioni per la costruzione di tre nuovi impianti di risalita e sette nuove piste da sci la cui realizzazione comporterebbe lo sbancamento di oltre 10 ettari di rarissimi habitat tutelati a livello internazionale”.
Corroborate anche contestazioni già introdotte con il ricorso principale: l’Università La Sapienza di Roma, consulente del Comune di Ovindoli, ha rilevato gravi carenze nel piano di monitoraggio ambientale. “Per le associazioni è un progetto del tutto anacronistico – prosegue il legale – per il quale si spenderebbero oltre 10 milioni di fondi pubblici, quando i cambiamenti climatici impongono un cambio radicale di mentalità.
Anche i Carabinieri-Forestali hanno rilevato forti carenze negli studi a supporto del progetto depositati dal Comune, stigmatizzando il fatto di non essere stati coinvolti nel procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale come previsto da legge”.