Poco fa la ASL di L’Aquila, per voce del dott. Franco Marinangeli, ha voluto condividere qualche chiarimento in relazione alla notizia – diffusa da diversi organi di informazione – su una presunta carenza di ambulanze nelle dimissioni ospedaliere.
Il direttore del dipartimento DEA (Emergenza e Accettazione) ha precisato in particolar modo che nel corso di tutto il 2022 le dimissioni effettuate con trasporto ambulanza sono state 5.024, di cui 1.924 dai pronto soccorso e le altre dagli ulteriori reparti. Di queste, continua poi Marinangeli, 829 hanno riguardato pazienti in ADI.
Per quanto poi concerne il solo ospedale di L’Aquila, prosegue il comunicato, le dimissioni sono state 2.160, di cui 556 dal pronto soccorso. Del totale 1.843 dimissioni sono state effettuate al proprio domicilio, le altre verso RSA, case di riposo o strutture riabilitative. Sempre in riferimento al presidio aquilano, poi, sul totale di 2.160 dimissioni, 738 sono avvenute mediante associazioni di volontariato e 1.422 con equipaggio ASL.
L’attività dell’ASL e il servizio ambulanza
Sulla base di ciò – aggiunge poi Marinangeli – è possibile dimostrare quanto possa essere intensa l’attività della ASL per un servizio aggiuntivo che l’Azienda offre ai pazienti e che trova riscontro solo in poche altre aziende sanitarie italiane.
Il servizio di ambulanze per il trasporto secondario dei pazienti che sono stati dimessi dai reparti – precisa ulteriormente il professore – risponde a una specifica regolamentazione che fa capo al sistema 118 che coordina il servizio con un volume di attività che evidenzia l’impegno e la professionalità di tutti gli operatori.
Di qui, la critica al servizio giornalistico, con un riferimento esplicito del servizio del Tg3 Rai Regione dello scorso primo settembre, in cui – conclude poi Marinangeli – invece di elogiare la ASL perché fa un servizio in più per agevolare i pazienti e le loro famiglie, getta discredito sull’operato dei sanitari preposti alla gestione delle dimissioni ospedaliere.
Nell’ultima parte del duro comunicato di risposta, Marinangeli si sofferma poi nell’evidenziare come nel servizio trapeli, per voce di alcuni dipendenti e volontari che sono stati chiamati in causa dall’intervistatore, la tesi secondo cui i ritardi ipotizzati nell’effettuazione delle dimissioni ospedaliere possano essere dipendenti dai mancati rimborsi alle associazioni di volontariato.
In relazione ai contenuti del servizio, il direttore dipartimentale ricorda che dopo un iniziale ritardo nel pagamento delle fatture determinato dall’attacco hacker di cui l’ASL è stata vittima, da giugno scorso risulta regolare e che non vi è alcun contenzioso con le associazioni.