L’Aquila. A qualche settimana dal 14/o anniversario del terremoto a L’Aquila si sblocca la annosa questione della ricostruzione del Duomo dell’Aquila, uno dei simboli negativi, pochi per la verità, del post sisma.
Al termine di un lungo iter, il Segretariato regionale abruzzese del ministero della Cultura ha annunciato che lunedì, nel corso di una conferenza stampa che si terrà ne capoluogo regionale, la consegna dei lavori della Cattedrale di San Massimo e San Giorgio dell’Aquila, nel cuore del centro storico, inagibile e per anni a rischio di grave deterioramento strutturale e delle opere, dalla tragica notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009.
Saranno presenti le autorità locali, i dirigenti territoriali del Ministero della Cultura, i responsabili dell’intervento di consolidamento e restauro del Duomo e la ditta esecutrice. Ad aggiudicarsi l’appalto, come comunicato il 6 ottobre scorso, la Cobar spa di Altamura (Bari) che ha vinto la gara per un importo complessivo a base di asta di 25.879.822,03. L’impresa pugliese ha ottenuto il massimo punteggio per la proposta tecnica, arrivando così all’aggiudicazione dell’appalto.
Per i lavori sono previsti 1.800 giorni. Sono suddivisi in due stralci funzionali parallelamente alle fonti di finanziamento: 18.116.538,37 di euro provengono dalla delibera CIPE n.3/2016 “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020: Piano stralcio «Cultura e Sviluppo»”; altri 18.500.000,00 sono previsti con l’inserimento dell’intervento sulla Cattedrale nel “Piano Sviluppo e Coesione (PSC)” del Ministero della Cultura, già Piano Operativo «Cultura e Turismo». Le procedure erano cominciate lo scorso 25 maggio. La commissione ha avviato, nel luglio scorso, l’esame delle offerte tecniche ed economiche dei 14 progetti presentati da altrettante imprese, delle quali tre sono state escluse nella fase finale.
La Commissione è stata presieduta dall’architetto Gabriele Nannetti, Soprintendente SABAP Siena, Grosseto e Arezzo, e composta dall’architetto Maria Costanza Pierdominici, dirigente del MiC in quiescenza e dall’ingegnere Antonio Persia, funzionario della SABAP Basilicata, in quiescenza.