Domani sul corpo dell’impiegato delle Poste dell’Aquila che lascia la moglie e un figlio, verrà effettuata l’autopsia. Le indagini sono affidate alla polizia stradale che dovrà accertare i fatti, a partire dall’esatta dinamica del grave incidente: gli inquirenti ascolteranno i testimoni, in particolare i ciclisti e l’uomo che conduceva la Fiat 500 contro la quale ha finito la sua corsa la moto. Quest’ultimo è rimasto illeso, mentre due cicloamatori del gruppo coinvolto, sono ancora ricoverati all’ospedale san Salvatore dell’Aquila per i traumi riportati.
Secondo la ricostruzione fatta dai vigili del fuoco che sono intervenuti sul posto insieme alla polizia, all’Anas e al 118, il motociclista avrebbe invaso la corsia opposta, sfiorando un gruppo di 4-5 ciclisti, per poi finire la corsa contro l’auto, colpita lateralmente, che proveniva nel senso inverso.
A tale proposito, ieri la sorella del centauro scomparso, Rosella, ha spiegato che “non c’è nessuna prova del fatto che mio fratello a
bordo della sua moto abbia invaso la corsia ed abbia investito i ciclisti, in questo senso non sono stati trovati segni di frenata o di pneumatici, per stabilire la verità, ci dovranno essere i dovuti e accurati controlli e le verifiche da parte delle autorità competenti”.
“Esprimo la nostra contrarietà in un momento così drammatico per aver dovuto apprendere della tragedia dai giornali e che nessun rappresentante delle istituzioni ci abbia contattati”, ha detto la donna la quale ha chiarito che “il fratello era eccezionalmente prudente, una persona buona che aiutava sempre il prossimo, tanto che fino alla fine si è preoccupato degli altri aiutando i ciclisti feriti”.
In tal senso, secondo quanto si è appreso, il 57enne dopo l’incidente si sarebbe rialzato per almeno cinque minuti soccorrendo i feriti, telefonando al suo meccanico e cercando di tranquillizzare i presenti sperando di avere solo la frattura di un braccio. Poi, si è accasciato al suolo ed è morto. A nulla sono valsi i tentativi di strapparlo alla morte.