L’Aquila, a Monte Stabiata rifiuti di materiale bellico tra i prati al poligono usato dall’esercito

E’ normale far venire turisti da tutto il mondo in un Parco Nazionale, quello del Gran Sasso, dove a terra trovi proiettili, bossoli e contenitori da cui si disperdono sul terreno dell’area protetta sostanze con colorazioni non proprio rassicuranti?

 

E’ quello che accade a Monte Stabiata, nel versante aquilano del Parco, dove l’esercito ha da anni un poligono “temporaneo” per le sue esercitazioni. Nei giorni scorsi i soci della Stazione Ornitologica Abruzzese durante un’escursione hanno trovato in poco tempo svariati rifiuti di materiale bellico abbandonati nell’area protetta. Il tutto mentre altri escursionisti, zaino in spalla, giravano per l’area nonostante fosse un giorno infrasettimanale di maggio.

Già di per sé aver trovato questi rifiuti è una cosa desolante, visto che un qualsiasi cittadino se buttasse anche solo un fazzoletto di carta verrebbe giustamente multato. Ricordiamo però che nel 2014 nell’area le analisi del suolo hanno accertato ufficialmente il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione per diversi metalli pesanti, come il piombo, con apertura di una procedura di bonifica sulla base del Testo Unico dell’Ambiente. La presenza di rifiuti abbandonati può senz’altro peggiorare una situazione già critica.

La Stazione Ornitologica Abruzzese ha quindi scritto a tutti gli enti a vario titolo competenti chiedendo intanto di sanzionare i responsabili dell’abbandono di rifiuti come previsto dalla legge e quindi di procedere con un’attenta pulizia definitiva del sito, visto che è pure Zona di Protezione Speciale per l’Unione Europea. Ovviamente per l’associazione è venuto il tempo che le esercitazioni militari di qualsiasi tipo, anche senza esplosioni, siano svolte in zone esterne alle aree protette o siti ambientalmente sensibili, compresi quelli tutelati a livello comunitario.

Infine bisogna concludere la procedura di bonifica aperta nel lontano 2014 visto che sono passati ben otto anni quando l’intero procedimento per legge deve durare al massimo due anni.

Le aree di un Parco nazionale non devono essere scambiate per potenziali teatri di guerra ma devono essere esclusivamente la casa di piante e animali rari, dall’Orso bruno all’Aquila reale, permettendo una visita piacevole e senza brutte sorprese ai turisti provenienti da tutto il mondo per ammirare la bellezza del Gran Sasso.

 

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