Le azioni dello Zavoli, nella scelta di proseguire il volo nonostante la scarsa visibilità e l’omesso utilizzo della strumentazione in dotazione all’aeromobile, e la manovra effettuata dopo aver perso il contatto con il suolo, sono state da sole sufficienti a determinare l’evento”.
Azioni “risultate gravemente colpose per aver violato prescrizioni imposte dai regolamenti vigenti oltre che dal manuale operativo della compagnia, e quindi non imputabili in capo a coloro che rivestivano una posizione di garanzia”. Con questi motivi, il Gip Guendalina Buccella, accogliendo la stessa istanza del pm Simonetta Ciccarelli, ha posto la parola fine sulla dibattuta vicenda giudiziaria (sulla quale è stata discussa l’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dai familiari delle vittime, rappresentate dagli avvocati Gennaro Lettieri ed Amedeo Ciuffetelli) dello schianto dell’elicottero del 118 avvenuto su un costone di Monte Cefalone a Campo Felice il 24 gennaio dello scorso anno.
Schianto in cui sono morti Valter Bucci, medico rianimatore del 118; Davide De Carolis, tecnico del Soccorso alpino; Giuseppe Serpetti, infermiere del 118; Mario Matrella, tecnico verricellista Inaer; Gianmarco Zavoli, pilota Inaer, ed Ettore Palanca, romano, soccorso dopo una frattura sulle piste di sci di Campo Felice. Archiviata dunque la posizione di Giulio Fini, 56 anni, di Roma; Maurizio Lebet, 57, di Cefalu’; Gianfranco Molina, 42, di San Gregorio di Catania; Roberto Noceto, 50, di Roma; Pietro Trabucchi, 55, di Sondrio; Alfonso Friolo, 55, nato di Viterbo, a vario titolo ai vertici della società che ha fornito mezzi e pilota al 118 per le attività di soccorso, indagati per disastro aviatorio e omicidio colposo.
Secondo il Gip che si è basato sulle valutazioni di diversi tecnici, primo tra tutti Stefano Benassi esperto mondiale di elicotteri e per questo consulente di spicco sui disastri aerei in Italia, la tragedia è da addebitarsi al solo pilota che non sarebbe dovuto ripartire da Campo Felice dopo atterraggio o comunque avrebbe dovuto interrompere il volo e tornare alla base. Sul volo radio assistito, lo stesso non poteva essere comunque utilizzato. Per il Gip “Zavoli aveva tutti gli strumenti cognitivi e operativi per la valutazione del soccorso”.