Sulmona. Stanco ed esasperato di vedere il frutto del suo lavoro, costoso e faticoso, andare in rovina ogni giorno, “abbandonato come in un deserto e senza acqua dalle associazioni di categoria”, Adriano Marrama, agricoltore di Vittorito, ha occupato pacificamente stamani, in segno di protesta, la sede della Coldiretti di Sulmona.
I motivi sono rappresentati dai video e dalle decine di fotografie che testimoniano la presenza, ormai incontrollata e incontrollabile, di cinghiali, cervi e caprioli in tutta l’alta valle Aterno e nella valle Peligna. Colture di ogni tipo: le aziende agricole seminano e piantano, i selvatici passano e distruggono, notte e giorno. Da anni. E i danni economici non si contano più.
In decine di migliaia di euro li quantifica Marrama, che stamani, esasperato, si è presentato nella sede di Coldiretti per farsi sentire e per rappresentare la condizione di migliaia come lui in tutta la Regione. “Occupo pacificamente la sede della Coldiretti – ha detto – perché le organizzazioni di categoria sostengano la battaglia a difesa di nostri sacrosanti diritti e perché la Regione dia risposta alle nostre legittime proteste”.
Già, perché la delibera regionale che ha stanziato i fondi per ristorare i danni viene definita “un’elemosina umiliante che non risarcisce praticamente nulla dei danni che subiamo ed ora siamo stanchi di avere solo briciole”. “A fronte di un danno di ventinovemila euro per le colture distrutte da cervi e cinghiali – riferisce Marrama – la Regione fa sapere che a titolo di semplice aiuto mi darà solo settemila euro”.
La legge regionale 10 del 2003, che stabilisce le somme da destinare ad agricoltori e allevatori danneggiati, prevede infatti un ristoro del 22% sul totale del danno: “Un’ingiustizia che si somma ad un’altra”, aggiunge Marrama, “perché noi fuori dell’area del Parco Maiella possiamo essere risarciti solo per questa piccola percentuale esigua, mentre le aziende dentro i confini del Parco vengono risarcite al 100% al cento per cento”.
E il problema dilaga sempre più: decine gli esemplari di ungulati che si vedono scorazzare ovunque, dalle vigne, ai campi dove viene sparso il foraggio per cavalli e greggi, fino ai cortili di casa, e nemmeno il rumore e la vicinanza dei mezzi agricoli riescono a metterli in fuga. I campi di cereali, dopo il passaggio dei selvatici, sembra essere stato lavorato da trebbie e falciatrici.
Marrama, intanto, continua l’occupazione pacifica, in attesa di risposte da Coldiretti e Regione Abruzzo, mentre giovedì si terrà un’assemblea tra agricoltori e allevatori per preparare una protesta più massiccia e incisiva a livello regionale