Chef sequestrato in Ecuador, la famiglia prende le distanze: “Nessun rapporto”

“Non abbiamo più alcun rapporto con lui da oltre vent’anni e ci dissociamo da questa vicenda che non vogliamo commentare”.

Sono le parole della moglie Marianna e delle figlie, Giulia e Ilaria Colonico, che intervengono a proposito del sequestro di Panfilo Colonico, lo chef sulmonese rapito nel suo ristorante in Ecuador lo scorso venerdì.

In città sono ore di apprensione per le sorti dell’uomo ma i familiari non ne vogliono sapere. La sua partenza da Sulmona, qualche anno fa, non è stata di quelle col fazzoletto bianco.

Piuttosto un addio forzato legato ad una situazione familiare ed economica insostenibile. Gli investigatori intanto stanno cercando di mettersi sulle tracce dei rapitori, che avrebbero inviato un video che lo mostra vivo e in buone condizioni. L’idea da parte dei dipendenti del ristorante Il Sabore mio è che possa esserci una richiesta di riscatto. Si segue anche la pista del regolamento di conti. La polizia che indaga sul caso ha, nel frattempo, proceduto al sequestro dei telefonini di alcuni dipendenti: potrebbe esserci un basista, infatti, proprio tra gli addetti al personale.

Il rapimento è avvenuto nel pomeriggio di venerdì: a prelevare Colonico un gruppo armato. In due sono entrati nel locale a Guayquil, travestiti da poliziotti: altre due persone attendevano all’esterno.

Colonico, originario di Sulmona, aveva maturato esperienza lavorando proprio nel ristorante di famiglia, La Magnolia, chiuso da qualche anno. In Ecuador l’imprenditore è arrivato negli anni del lockdown per aprire il ristorante “Il Sabore mio”.

Dai primi riscontri della Farnesina sembra che lo chef abbia a carico diverse denunce per truffa e che abbia contratto debiti con più persone. Le ombre nella storia di Colonico non finiscono qui. Infatti, lo scorso gennaio l’abruzzese era finito al centro di una sparatoria, in una zona non distante del suo ristorante.

Storia che lui stesso commentò sui social affermando: “tante cose sbagliate sono state dette sull’accaduto” e, spiegando, che si era trattato di un tentativo di furto della sua auto. Se esiste o meno un nesso tra i due episodi lo stabiliranno le indagini in corso.

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