L’Aquila. La Squadra Mobile dell’Aquila ha notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari alle due educatrici dell’asilo nido ‘Cip & Ciop del capoluogo indagate in concorso per i reati di maltrattamenti in danno di minori. Si tratta, in particolare, di bambini fino a tre anni alcuni dei quali sottoposti a presunti soprusi. Diversi piccoli, ritenuti evidentemente troppo ‘irrequieti’, venivano puniti dalle maestre mettendoli faccia al muro seduti sul seggiolone, oppure fatti mangiare a forza fino a farli rimettere.
Anche l’aspetto igienico da tenere nei riguardi dei bambini sarebbe stato carente. Una volta è volato anche uno scappellotto. Ora la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambe. Fatti e circostanze filmati dalla polizia che aveva installato delle telecamere nascoste nella struttura dopo la denuncia di due tirocinanti che avevano poi abbandonato l’asilo. La novità, tuttavia, riguarda la direttrice della struttura, indagata anche lei in quanto “titolare della struttura convenzionata con il Comune di L’Aquila, malgrado le ripetute segnalazioni dei genitori dei minori circa le carenze igieniche ed assistenziali e circa le azioni improprie e dannose delle assistenti, ometteva di attivarsi al fine di impedire il verificarsi delle condotte poste in essere dalle educatrici nei confronti dei bambini”.
Fondamentale il contributo collaborativo e testimoniale dei genitori dei piccoli che sentiti tutti come testimoni e parti offese, hanno aperto nuovi scenari e confermato quelli già investigativamente acquisiti. In sostanza la maggior parte dei genitori ha di fatto confermato quanto denunciato dalle educatrici tirocinanti. Le condotte omissive della direttrice, già sottolineate dagli accertamenti della Squadra Mobile, sono state confermate da molti genitori che, in occasioni e circostanze diverse, le avevano rivolto specifiche lamentele, chiedendole anche una riunione per discutere alcuni fatti che sembravano poco chiari.
La riunione si era poi tenuta, ma contrariamente a quanto richiesto, furono convocate solo le mamme che si erano lamentate e non tutti i genitori dei bambini iscritti. In quella situazione alcune madri, le cui segnalazioni erano state puntualmente sconfessate dalla direttrice, avevano chiesto anche l’installazione di telecamere, convinte che quei filmati avrebbero convinto anche la stessa direttrice della veridicità delle segnalazioni. Tale proposta, come tutte le segnalazioni, era stata ovviamente respinta.
Per gli inquirenti resta evidente che, complessivamente, quanto dichiarato dai genitori rimane in linea con quanto denunciato dalle educatrici e successivamente confermato dalle immagini delle telecamere. Le maestre sono ancora oggi indagate per i reati indicati nell’ordinanza cautelare che ne disponeva la sospensione dall’attività professionale.