L’Aquila. L’Udu L’Aquila e l’Associazione dei Medici Specializzandi L’Aquila esprimono grande preoccupazione in merito al Protocollo d’intesa
Preliminare tra la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila e l’Università degli Studi dell’Aquila.
A giudizio di Luca Guerrini e Michele Grasso dell’Udu L’Aquila e Francesca Zazzara dell’Associazione dei Medici Specializzandi, con questo accordo si rischia da un lato di compromettere l’accreditamento del corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università degli Studi dell’Aquila, mentre dall’altro è messa in seria difficoltà l’attività professionalizzante e formativa dei medici specializzandi, per la perdita del convenzionamento di numerosi docenti.
Il caso più emblematico è quello della Scuola di Anatomia Patologica, ma possibili ripercussioni potrebbero esserci per numerose altre Scuole di Specializzazione, come Pediatria e Anestesia e Rianimazione. I medici in formazione specialistica rischiano di essere gravemente penalizzati, di perdere continuità formativa e di strutture e di essere delocalizzati in altre sedi.
D’altro canto essendo considerati fondamentali, ai fini della regolamentazione delle ex facoltà di medicina, dieci settori scientifico disciplinari, che annoverano appunto le specialità di anestesia e rianimazione, anatomia patologica e pediatria, tale accordo rischia di essere fortemente lesivo verso tutti gli attuali e futuri studenti di medicina e chirurgia. La permanenza stessa del corso di laurea nel medio termine viene infatti fortemente messa a repentaglio.
Gli studenti e i medici specializzandi chiedono pertanto che tale Protocollo non venga ratificato, anche alla luce delle modalità con cui lo stesso è stato approvato. Manca infatti il parere favorevole obbligatorio espresso dal Consiglio di Amministrazione.
Gli studenti chiedono di poter continuare a svolgere il tirocinio nel massimo numero possibile di reparti convenzionati, mentre i medici in formazione specialistica chiedono la tutela e il rispetto della loro attività formativa, secondo le modalità previste dalla normativa vigente e considerando il loro ruolo di fatto fondamentale, ma mai sostitutivo del personale ospedaliero, all’interno del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale.