L’Aquila. Un appello agli imprenditori abruzzesi e nazionali ma anche a tutto il territorio aquilano affinché, una volta esperito il bando di Invitalia per la gestione del Centro Turistico del Gran Sasso, arrivi immediata una risposta professionale alla richiesta di rilancio turistico di questo territorio.
E’ quanto auspicato dal sindaco dell’Aquila, oggi, nel corso di una conferenza stampa, all’indomani dell’approvazione in Consiglio Comunale del Business Plain del Centro Turistico del Gran Sasso.
“Un salto qualitativo – come lo ha definito il primo cittadino – cui la città crede ed è pronta, necessario non solo per lo sviluppo turistico ma anche per l’occupazione, per l’indotto o per il recupero dei nostri borghi che, in genere sono seconde case, perché tornino a rivivere in armonia con la ricostruzione delle prime case. Mi addolora il tentativo dell’opposizione di voler a tutti i costi ostruire l’unico motivo di crescita di questa città che deve e vuole puntare sul turismo, in un momento in cui abbiamo trovato, tramite Invitalia, la formula per non far morire definitivamente la nostra montagna”.
Il riferimento è al entativo di ieri di far mancare il numero legale pur sapendo che era l’ultimo giorno utile per far partire la sostituzione delle Fontari: un atteggiamento che Cialente non ha temuto a definire “irresponsabile, paragonabile per gravità a quando l’opposizione tentò di far mancare il numero legale per l’acquisto di Piazza D’Armi. Presto inizierà il percorso della condivisione con la città ed il territorio che andrà avanti insieme alle concertazioni sul piano regolatore cui si affiancheranno quelle sul piano d’area. Inizieremo avviando un piano stralcio per Assergi e Camarda, proseguendo poi per Arischia. Il Comune, con l’avvento di ulteriori 10 milioni di euro, garantirà tutta la nuova infrastrutturazione necessaria perché il Gran Sasso e chi andrà ad investire sia in grado di poter sopperire brillantemente alle svariate richieste e tipologie tutte nuove di turismo”.
Non si tratta di aiuti di Stato, ha tenuto a precisare il sindaco, perché il piano industriale non costituisce un aiuto di stato.