Pescasseroli. Prosegue l’attività di contrasto all’illegalità e al bracconaggio da parte delle guardie del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Sabato scorso altre due operazioni sono state portate a termine.
La prima è stata eseguita nel territorio della Marsica, in località S. Antonio nel Comune di Collelongo, dove le guardie del Parco, dopo aver bloccato un fuoristrada, hanno identificato gli occupanti e perquisito il mezzo. All’interno del fuoristrada si trovavano quatto persone, R.F. di Luco dei Marsi, G.A. di Trasacco, e due allevatori (padre e figlio) originari del frusinate ma residenti a Trasacco. All’interno del fuoristrada sono stati trovati quattro fucili da caccia, di proprietà di G.A. e R.F., i quali hanno dichiarato di essere a caccia alla lepre. In realtà, dalla perquisizione effettuata gli stessi sono risultati in possesso di sette cartucce a palla unica (non denunciate), che vengono solitamente utilizzate per l’abbattimento di fauna di grossa taglia. Le guardie, pertanto, hanno proceduto al sequestro delle munizioni. Inoltre, è stata presentata una denuncia all’autorità giudiziaria.
La secondo operazione si è svolta, invece, nel versante laziale del Parco, in località “Valletrotta” di Vallerotonda. In questo caso, le guardie hanno individuato e sorpreso due persone, E. P. e M.V. di San Vittore che si sono allontanate rapidamente e, a pochi metri di distanza dal punto in cui si trovavano, è stata rinvenuta la carcassa freschissima di un cervo con evidenti fori causati da colpi di arma da fuoco. Dopo appostamenti durati diverse ore, i due individui, convinti di poter agire indisturbati, sono tornati sul posto, evidentemente, per recuperare il cervo, ma sono stati bloccati dalle guardie del Parco. L’operazione si è conclusa in piena notte, e le guardie, su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino competente per territorio, hanno proceduto al sequestro dei mezzi di caccia di E.P., eseguito presso l’abitazione dello stesso, dove sono stati trovati nove fucili, comunque denunciati. Le guardie, quindi, hanno proceduto al sequestro giudiziario della carcassa del cervo che sarà trasportata nel Centro di Referenza nazionale per la Medicina Forense Veterinaria dell’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana di Grosseto per gli accertamenti del caso.