La Provincia dell’Aquila non lo paga: imprenditore occupa l’Ente

soldoniL’Aquila. la Provincia dell’Aquila non lo paga e lui decide di occupare l’Ente. È accaduto a L’Aquila, dove questa mattina l’ufficio del Presidente della Provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo è stato occupato dall’imprenditore Massimo Tomeo.

L’uomo più volte aveva protestato per il mancato pagamento di un lavoro eseguito in una scuola di Sulmona e ora, per essere ascoltato, si è trovato costretto ad un atto ancora più forte: l’occupazione. Dal 3 al 29 settembre aveva protestato con lo sciopero della fame sostando giorno e notte nel suo camioncino di fronte alla sede della Provincia; dal 10 ottobre aveva ripreso con lo sciopero della fame e della sete, successivamente interrotto.

“Ad oggi nulla si è mosso – fa sapere in una nota lo stesso imprenditore – nonostante il presidente Del Corvo in persona avesse assicurato una pronta risoluzione”.

Infatti, nel 2011 Tomeo aveva svolto i lavori in subappalto autorizzato dalla Provincia, ottenendo un certificato di eccellenza; nonostante ciò non ha ricevuto alcuna retribuzione. Durante lo svolgimento dei lavori, l’imprenditore  aveva informato la Provincia del mancato pagamento. Ciononostante è stata elusa l’obbligatoria funzione di controllo relativa ai fondi statali e alle norme che regolano i contratti di appalto e subappalto nella pubblica amministrazione.

Infatti, per essere retribuita, la ditta appaltatrice era tenuta a dimostrare di aver saldato il subappaltatore, cosa che non è avvenuta. Anzi, la Provincia ha pagato la ditta appaltatrice nonostante le diffide e ha continuato fino all’intervento della Magistratura.

E’ necessario tener conto del fatto che la ditta dell’imprenditore è ferma dal febbraio 2012, a causa della continuata inadempienza da parte della Provincia, che ha generato un’irregolarità nel DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), attestazione indispensabile per appalti e subappalti in lavori pubblici e privati. Oggi Tomeo chiede almeno la restituzione delle spese sostenute ai fini del lavoro svolto, che sono state arbitrariamente consegnate alla ditta appaltatrice.

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