Alle urne i sulmonesi gli conferirono il 26,99% dei consensi tanto da assegnargli un posto nel ballottaggio con l’attuale sindaco Ranalli. Il vuoto normativo, poi, per un caso anomalo come la morte improvvisa di un candidato sindaco durante la campagna elettorale in un Comune sopra i 15 mila abitanti, non ha permesso il prosieguo della corsa, lasciando il posto al terzo più votato, l’attuale consigliere del Pdl Luigi La Civita, oggi all’opposizione insieme a tre liste di “Sulmona Unita”. In sostanza per i giudici del Tribunale amministrativo dell’Aquila sarebbe legittimo votare un candidato deceduto, in riferimento al fatto che per questo tipo di Comuni la legge prevede il voto disgiunto, “consentendo l’espressione della preferenza per il sindaco non necessariamente collegata con l’espressione di preferenza per un consigliere comunale o una lista che lo appoggi. In tal caso, la sorte della lista (o dei candidati consiglieri), può non essere legata a quella del candidato sindaco” come recita un passo della sentenza, “attribuendosi i voti alle liste indipendentemente dall’elezione del candidato sindaco da queste appoggiato”.